Il rendimento totale della Fiorentina, nell'esperienza in panchina di Vincenzo Montella, è stato catastrofico. In 24 partite disputate nel 2019, a cavallo delle due stagioni di Serie A, il tecnico ha ottenuto 19 punti per effetto di 4 vittorie e 7 pareggi e ben 13 sconfitte. Sono stati appena 22 i gol realizzati e 34 quelli subiti. Una media da piena retrocessione che non ha lasciato scampo all'ex Milan e Roma.. esonerato dopo l’ennesima debacle interna contro la sua ex squadra giallorossa per 4-1. Un calvario che ha visto sgretolare tutte le speranze che i sostenitori gigliati avevano maturato in lui dopo la parentesi Pioli (in 24 partite della scorsa stagione aveva accumulato con la viola 35 punti, quasi il doppio del successore). Insomma una “Caporetto”, sotto la guida di Vincenzo Montella, che porterà sicuramente strascichi su tutta la stagione ma, soprattutto, ha già dato la consapevolezza che un’altra annata è, forse, già stata sprecata..

Le sue parole, dopo il suo addio, continuano però a risuonare nella mente di molti tifosi gigliati e, personalmente, anche nella mia: Avrei voluto una squadra di calciatori fatti, mista a giovani di talento. Ma l’indicazione era di puntare sui ‘nostri’ giovani e su calciatori esperti. E forse proprio alla luce di questo nessuno mi ha mai chiesto nulla, nessuno ha mai posto un obiettivo stagionale: nè la proprietà, nè i dirigenti…” e ancora: Aspettavamo gennaio per rivedere la rosa, inserire qualche calciatore e alzare il livello di competitività. L’analisi dei problemi era comune e condivisa. Perché a prescindere da me il problema c’era e probabilmente c’è”! Insomma Montella lascia ma con un messaggio forte che riecheggia in tutta Firenze.. alla base tante cose sono state fatte male. Soprattutto sul mercato. E se quello in entrata, al di là del colpo ad affetto che risponde al nome di Ribery, non ha regalato da subito grandi aspettative, è probabilmente quello in uscita che lascia più di tutti l’amaro in bocca. Negli anni, in riva all’Arno, di giocatori discreti ne sono passati e, forse, qualche conferma e qualche occasione in più andava concessa. Sono tanti i nomi che oggi, visti da fuori, suonano come un’occasione persa, sprecata, lasciata al caso e alle dinamiche di un calciomercato da “attori non protagonisti”. Pensiamo al reparto offensivo, già deficitario dalla passata stagione ma che negli anni ha visto passare al Franchi i vari Ilicic, che oggi fa le fortune dell’Atalanta.. e che fortune, Muriel che ha seguito anche lui la stessa strada, lo stesso Simeone che a Firenze non ha mai brillato ma con la nuova maglia del Cagliari le cose stanno andando meglio.. già quasi eguagliati i gol della passata stagione in viola (6) in 16 presenze con i rossoblù (5) ma non solo... se ci spostiamo in mediana le cose certo non migliorano: Veretout è diventato un perno della nuova Roma di Fonseca, Gerson in Brasile ha dominato il campionato e ha vinto la Coppa Libertadores da titolare, disputando poi anche il mondiale per club perso in finale di misura contro il Liverpool. E stiamo trattando solo nomi abbastanza recenti... perché se andiamo a ritroso di qualche anno si apre un mondo: oltre al già citato Ilicic, l’attuale bianconero Bernardeschi ma soprattutto Nikola Kalinic, probabilmente l’ultimo vero bomber viola.. insomma tanto potenziale, spesso, sfruttato poco. Si sa il mercato è complicato e può sempre avere spunti buoni, così come grandi delusioni, ma negli ultimi anni a Firenze troppe situazioni sono state gestite male, sia interne che esterne, e da lì a ritrovarsi in condizioni complicate, come oggi, è un attimo. Poi ci sono anche i tanti meriti, soprattutto per quanto riguarda il lavoro sul settore giovanile che oggi ti permette di mettere in mostra talenti cristallini, invidiati dai grandi club e corteggiati dalle migliori piazze europee.. ma si sa con i giovani le annate possono essere a tratti brillanti ma quasi sempre discontinue, ed è anche normalissimo e scontato. E questo stare a galla probabilmente ha eroso anche quelle poche figure di rilievo, sia in campo che fuori, che si sono viste spaesate in un contesto troppo fragile. Ora attendiamo fiduciosi il mercato di gennaio, i nomi sono già tanti e i reparti da risistemare forse ancora di più.. si farà qualcosa in attacco come a centrocampo, perché numericamente questa è una rosa in grosse difficoltà. Zaza, Petagna, Cutrone, Politano, sono nomi che potrebbero aiutare ma di certo non lasciano estasiati i tifosi.. due più esperti, due più giovani ma si ha sempre l’impressione che quel giocatore importante su cui costruire il futuro ma soprattutto il presente.. non arrivi mai. E’ anche ingeneroso puntare il dito contro una dirigenza che si sta impegnando mettendoci la faccia e tante risorse economiche e umane, però il limbo in cui ristagna la Fiorentina ormai dura da tanto tempo e, nonostante conosciamo bene la piazza viola, nonostante riconosciamo sempre quell’amore che il popolo gigliato riesce a donare anche nei momenti di difficoltà.. serve una scossa importante. Una ventata nuova è arrivata, grazie a Rocco Commisso, alla sua voglia e alla sua determinazione ora però serve spingere forte: fast fast fast… un mantra, per il patron, che potrebbe ritorcergli contro. Correre veloci è sicuramente sintomo di coraggio ma non va mai a braccetto con la sicurezza. A Firenze e ai fiorentini piace anche scommettere ma hanno anche bisogno di certezze su cui appigliarsi soprattutto quando tutto va male. Quei leader forti, come lo era Davide Astori che quando arrivò in viola non era uno sconosciuto e nemmeno un pallone d’oro, era un uomo di valori ed un calciatore umile. Quella fu un’operazione giusta, di quelle che nessuno si pentirà mai.. beh allora bisogna ripartire in questo senso, su questa strada.. aiutando quegli ottimi giocatori che la Fiorentina già possiede, per poter illuminare, finalmente, il cielo, ultimamente spento, di Firenze.
NELLA TESTA DI IACHINI
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