Com'è strano dirsi addio...

Si era chiusa con i soliti veleni una stagione iniziata male, con l'addio di Chiesa strappo veloce, e finita con il non esaltante, si fa per dire, traguardo dei 40 punti. Le lingue triforcute si sono subito affrettate ad affondare il colpo mentre Commisso ha sparato ad alzo zero e a palle incatenate ed è tornato dove ha trovato la fortuna che si è sudato e meritato. Perché Rocco non è un gangster ma un uomo costruito da sé. In compenso a dare la stura al chiacchiericcio fiorentino ci pensano, anche, i soliti errori da primo anno di Scienza della Comunicazione ma oramai ci siamo abituati, basta leggere i commenti dei tifosi. Forse l'errore più grande di Commisso, degli Americani, è stata una gestione non ancora manageriale della società. E i nodi sul futuro sono già molti. A cominciare da Vlahovic. Ma non ho voglia di scriverne. E non solo perché non in sintonia con le prese di posizione della stampa fiorentina, legittime per carità. Rocco non si tocca, non si offende. Non me ne vogliano i tifosi giustamente in estasi per l'arrivo di un allenatore finalmente di prima classe. Che le predette lingue triforcute avevano dato già per perso. E che invece approda qui, rinunciano a piazze più prestigiose. Grazie, Rocco. Il mio problema, e non è colpa di Rocco, è che il calcio non è più calcio. E ha smesso di appassionare molti. Me in primis. Anche il giornalismo che dovrebbe raccontarlo, trovarci, anche inventando, una poesia altra per volare più alto di quello o quell’altro bonus o plusvalenza, trova sempre meno ragione di esistere. Persino il vituperato e “gobbo” Tuttosport aveva una logica nell’ecosistema della domenica (che poi è diventata sabato, venerdì, lunedì, financo martedì…). Il calcio era massa, confusione, sovvertimento. Curva, trasferta, puzzo di canna, Borghetti caffè “per scaldarsi”, il Brivido Sportivo usato come ombrello di fortuna nelle piovose domeniche del Franchi, contestazione e ricordo. Era ritmo e riti collettivi. Era società. Era insieme. E ora non lo è più. Ha ragione Florentino Perez a dire che di questo passo i più giovani abbandoneranno il calcio. Dice il futuro sia digitale, sia DAZN, dice si debba puntare su Twitch. Tanto mi basta per dire non io. Anche per questo saluto e ringrazio FiorentinaUno che per tre anni è stata la mia redazione, che mi ha permesso di formarmi come giornalista, tassello indispensabile del mio percorso professionale. E soprattutto mi ha insegnato a leggere in anticipo e a capire tempi e modi della comunicazione. Competenze che sono il mio quotidiano. Scartabellando nelle canzoni di cose di pallone, ammetto la preferenza per il Liga e la sua “vita da mediano”, mi è tornata in mente la sigla di Calciomercato L’Originale Sky del gennaio 2019. “Questo viaggio senza tempo c’ha condotto fino qua con sorriso misto a pianto che con il sole svanirà”. Ah, le reminiscenze…Ciao F1. E benvenuto Rino https://youtu.be/Ga2VR2T4eQ8
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