Venerdì 4 Giugno 2021: la giornata di oggi ha dato il via all'era Gattuso. Una celebrazione minimal, tra pochi intimi, che non ha certo rispettato i canoni ai quali ci aveva abituati la Fiorentina commissiana nelle precedenti occasioni, in attesa ovviamente della presentazione ufficiale rimandata al 12 Luglio. Lontano dai clamori e gli spettacoli scenografici del Ribery-Day, oggi Ringhio è entrato a tutti gli effetti a far parte della famiglia viola quasi in punta di piedi. Il clima, metereologico e non, era favorevole ai sorrisi ed alle battute, che ovviamente non si sono fatte attendere, seppur timide, lapidarie e un po' abbottonate: la paura di lasciarsi nuovamente ingannare dall'entusiasmo trascinante che aleggia nell'ambiente viola c'è, difficile nasconderlo. La piazza di Firenze si è riscoperta facilmente ed altamente infiammabile, è bastato infatti scoccare la scintilla Gattuso per far ripartire i sogni, ma le aspettative di mezza estate si sa, lasciano il tempo che trovano. Per due anni si è pensato che bastasse ridare entusiasmo per ottenere i risultati e raggiungere gli obiettivi prefissati: il ridimensionamento è stato tanto veloce quanto doloroso, perché quando le previsioni si allontanano troppo dalla realtà, la caduta può essere rovinosa. Guardarsi indietro e rimuginare sul passato allo stesso modo ora può essere solo controproducente, meglio godersi il momento, dato che per ricostruire dalle macerie e dal peggior risultato registrato negli ultimi 20 anni serve ricaricare le pile e la passione, in vista di una stagione che potrebbe davvero, una volta per tutte, rappresentare l'anno zero per la Fiorentina. Il campo sarà indubbiamente giudice ed arbitro, ultimo passo per la consacrazione, fino ad allora tutta la concentrazione deve riversare sul calciomercato: imperativo consegnare a Gattuso una rosa degna delle sue ambizioni, che certo saranno alte dopo gli ultimi 4 anni divisi tra Milan e Napoli. La viola ed il suo nuovo allenatore sono così accomunati dalla voglia di rivalsa, partendo in sordina, a fari spenti, risalendo dalle sabbie mobili della zona retrocessione ma pronti a spiccare il volo. E si sa che per librarsi in volo servono innanzitutto delle buone ali: da Corona a Politano, passando per Guedes. I nomi sono altisonanti, d'altri tempi per la viola, che deve riabituarsi a sognare prima e a vincere poi. La strada, finalmente, sembra quella giusta.
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