Frame IG @coachmontellaofficial
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E' intervenuto in collegamento dalla Turchia con gli studi televisivi di Rtv38 l'ex allenatore viola, oggi all'Adana Demirspor, Vincenzo Montella. Tra le varie dichiarazioni rilasciate, l'aeroplanino ha analizzato quello che è stato il suo passato a Firenze alla guida dei viola, ma non solo:

Adana Demirspor in un buon momento con me? Sono contento perché era una sfida rischiosa, iniziata dopo due anni di pandemia che aveva inciso sulle mie scelte. E' stata una sfida molto rischiosa, ma vincente. Le aspettative erano sicuramente diverse e ora ci godiamo il momento, perché nel calcio tutto è breve. Noi lavoriamo per migliorare le cose”.

Due parentesi mie viola diverse tra loro? Sono stati tre anni straordinari. Creammo tutto da zero. Ricordo che in ritiro non avevamo ancora tutti i giocatori, facemmo scelte che all'epoca per il calcio italiano erano insolite. Siccome i Della Valle mi chiesero di portare la gente allo stadio, decisi di puntare su giocatori di qualità come Cuadrado, Mati Fernandez. Peccato non avere vinto nulla. Sul mio secondo ritorno si potrebbero dire tante cose. Sempre difficile arrivare con la stagione in corso. Non sono stato nemmeno io all'altezza della situazione, ma voglio bene alla società e provo ancora simpatia per la gente di Firenze. Con Joe Barone mi sento spesso in amicizia. Spiace non sentire invece il presidente, è impegnato ed il fuso orario non aiuta, diciamo. Ma resta sempre grande simpatia”.

Borja Valero? Lo conoscevo già. Aveva intelligenza calcistica da vendere, aveva giocato anche in Champions. Però negli allenamenti non mi faceva entusiasmare, pensavo ‘speriamo che in partita sia diverso'. Questo capita con alcuni giocatori. In partita ha dimostrato di essere sempre presente nelle partite che contano”.

Esperienza in Turchia? La prima grande difficoltà è stata perdere 4-0 alla prima. Era dura diventare credibile. Ma in avanti siamo stati bravi a convincere i giocatori e a far sì che seguissero i nostri schemi”.

Difficoltà nell'allenare a Firenze e a Roma? Firenze è esigente ed abituata al bello da centinaia di anni. E lo vorrebbero subito, ma non è facile. Specie per i giovani che arrivano, serve gradualità altrimenti rischi di perderli. Anche se dipende da giocatore a giocatore”.

Castrovilli? Ero molto contento delle sue prestazioni all'epoca. Può fare la mezzala, ma magari può velocizzarlo di più. Ultimamente non l'ho visto, ma nel calcio moderno ci sono pochi giocatori che sanno dribblare come lui. Può avere alti e bassi, ma il talento resta”.

Vlahovic via e Piatek arrivato? Italiano mi è sempre piaciuto, dà coraggio alle proprie squadre. Quando c'è una struttura del genere, una squadra può andare avanti anche senza determinati giocatori. Di Vlahovic ho cercato di gestirne la crescita, lo sento anche una mia creatura. Credo di averlo aiutato ad esprimere il proprio talento. E poi a me personalmente piacciono gli attaccanti che fanno i ‘gol sporchi’, quelli in cui si trovano al momento giusto al posto giusto. Ecco, Piatek è uno di quelli”.

Cabral? Piatek conosceva meglio il calcio italiano. Per lui ci vorrà magari un po' più di tempo. I tempi del calcio italiano sono più diversi rispetto a quelli esteri. Piatek, invece, da questo punto di vista è più preparato”.

Torreira uguale a Pizarro? Quando hanno preso Torreira pensai ‘hanno preso il centrocampista che volevo’. Poi mi sono accorto che non ero io l'allenatore della Fiorentina - ride, ndr. Si vede che sono pronti per questa squadra certi tipi di giocatori".

Come si bilanciano le leve offensive? Va messo tutto sulla bilancia. Se hai esterni che fanno 15 gol per uno, l'attaccante può fare anche meno lavoro e viceversa. A me piacciono i gol sporchi fatti in area, non è un problema se non arrivano i tiri belli da trenta metri".

Gli esterni della Fiorentina attuale? Sottil è dalle grandi potenzialità. Se ha continuità, può aspirare ad alti livelli. Gonzalez mi piace molto. L'ho visto a Roma. Esplosivo, attacca bene la profondità. Saponara è adattato, ma ha dimostrato di poterlo fare. Callejòn è solido. C'è una bella varietà da questo punto di vista”.

Come gestire le posizioni forzate per alcuni giocatori? E' un percorso lungo. Ci vuole predisposizione da parte del giocatore e credibilità da parte nostra”.

Amrabat? Forse le caratteristiche. In un centrocampo a due l'ho visto fare meglio, piuttosto che a tre. Però di recente ha fatto anche gol decisivi”.

Balotelli da convocare in Nazionale e quale sia il giocatore italiano ad oggi più forte in assoluto? Non devo dare consigli a Mancini per Balo, lo conosce meglio di me. Raspadori e Scamacca tra i migliori giovani. Possono crescere moltissimo. Locatelli e Pellegrini della Roma anche, cito. Credo che l'Italia abbia un parchetto giovani molto interessanti. Anche qui in Turchia ce ne sono di giocatori italiani forti, vedi Borini".

La Fiorentina di quest'anno può arrivare in Europa League o, addirittura, Champions League? Non lo so. Credo sia già un grande traguardo parlarne, ai tifosi dico di godere del momento e non mettere pressione. Fanno un buon calcio e c'è armonia: per ora basta questo senza pressioni”.

Rimpianto più grande a Firenze? La finale di Coppa Italia a Roma è tra quelli. C'erano ventimila fiorentini se non ricordo male. A parte gli incidenti iniziali, di cui soffrimmo un po' anche noi mentalmente, facemmo una gran partita. Bello, però, ricordare le atmosfere di certe serate”.

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