Oggi tecnico dell’Audace Cerignola, l’ex viola Michele Pazienza (38 anni ad oggi) ci ha detto la sua opinione, in esclusiva a F1, sulle dimissioni rassegnate di recente da Cesare Prandelli, suo ex allenatore tra il 2005 ed il 2007. Ti saresti mai aspettato certe dimissioni? “No, sono rimasto sorpreso, ma ho provato a darmi una motivazione. Il calcio negli ultimi anni è cambiato a 360° nelle pressioni che ci sono nell’ambiente. Tifosi e società sono sempre più esigenti. Il business è aumentato a dismisura e difficilmente si riesce a controllare. E questo tipo di responsabilità cade sulla figura dell’allenatore. Prandelli è stato importante ed ha una storia altrettanto importante alle spalle. Quando dice che non si riconosce più in questo calcio, credo si riferisca a tutto quello che c’è attorno a questo mondo. Perché la gestione è diventata più oppressiva e difficile: devi gestire staff, pubblico, società, dirigenti. Tutto e tutti. Prima non era così, il calcio era più pratico. E tutto questo cade, inesorabilmente, anche sul rendimento della squadra stessa” Dicono che ci siano stati problemi anche all’interno dello spogliatoio, possono avere inciso sulla decisione? “Gli screzi ci sono in tutti gli spogliatoi, anche in quelli dove ho vissuto con Prandelli stesso. Ma ci saranno sempre, non credo che questo abbia influito nella scelta. In alcune squadre viene fuori la notizia, in altre no: o per fortuna o per disorganizzazione. Ma questo succede in tutte le squadre. Il problema è un altro. Il calcio di anni fa era più pratico, più diretto. Oggi invece ti ritrovi a gestire delle situazioni del tutto nuove. Bisogna confrontarsi, per forza di cose, con il mondo dei social, per esempio. Basta un nulla per innescare situazioni spiacevoli e quindi vanno gestiti, altrimenti possono generare malintesi e malumori all'interno di uno spogliatoio. La stampa, anche. Oggi ci sono molti, parecchi giornalisti, prima no. Prima c’era solo la radio e forse due TV al massimo. Oggi ce ne sono molte di più ed è più difficile da gestire la situazione: ti porta via tante energie nervose e fisiche. E per Prandelli ritrovarsi a gestire tutte queste cose insieme, dopo anni di inattività, credo sia stato molto difficile. Ecco perché ha lasciato, consapevole di una certa carriera: vuole mantenerne intatto il ricordo. E non avventurarsi in qualcosa che non sia più adeguato per lui” Futuro da dirigente quindi? Gli darebbe meno impegno. L’allenatore è un ruolo impegnativo, non lavori mica 5-6 ore al giorno. Togliendo le ore di sonno, per il resto della giornata pensi sempre e costantemente alla squadra, alla società, ai tifosi ed alla stampa. Se non hai le energie corrette e la passione giusta, è impossibile fare questo mestiere L'hai sentito, gli hai mandato qualche messaggio? “No, non l’ho sentito. Dopo che ci siamo lasciati a Firenze non abbiamo più mantenuto i rapporti. E non mi sembra opportuno riprenderli ora, in un tale momento di difficoltà per lui” Il ritorno di Iachini come lo vedi? “Credo sia la parte più semplice per lui ora, fare questi miracoli a stagione in corso è il suo lavoro. L’ha già fatto in passato e, con le sue qualità, la situazione attuale mi sembra alla portata. Scelta logica e giusta da parte della società” Se potessi dare un consiglio a Commisso, su chi punteresti per un nuovo progetto tecnico? “Sento dai giornali di Sarri, Spalletti, Gattuso, Mazzarri, De Zerbi. Sono tutti allenatori affidabilissimi, se partono all’inizio. Farebbero più fatica ad entrare in corsa piuttosto che ad inizio stagione. Per me la Fiorentina potrebbe scegliere tra questi nomi ad occhi chiusi: cascherebbe sempre bene. Bisogna però che facciano tutto il più presto possibile, perché siamo già quasi ad aprile ed alcuni di questi potrebbero già avere avviato i discorsi con altre squadre, sicuro”.
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BELLINAZZO: "Diritti TV? Offerta DAZN-Tim molto alta, però servirà internet. E su Commisso..."

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