Oliveira: "La Fiorentina può battere tranquillamente il Viktoria Plzen"
L'ex attaccante della viola è intervenuto sul momento della squadra e sui prossimi impegni
Questo pomeriggio, Luìs Oliveira, attaccante che ha vestito la maglia della Fiorentina dal 1996 al 1999, è intervenuto ai microfoni di Tag24 UniCusano per analizzare l'attuale momento della squadra di Vincenzo Italiano. Oliveira ha posto l'attenzione è stata la settimana che vede la Fiorentina impegnata in due impegni a distanza di 3 giorni.
La sfida di lunedì tra Fiorentina e Genoa
Non ci sono partite semplici in Serie A. Il Genoa ha in rosa grandi talenti e gioca un buon calcio. La Fiorentina è ancora in lotta in tutte le competizioni: in campionato sta combattendo per un posto in Europa, è in semifinale di Coppa Italia e punta ad andare avanti in Europa
La viola in Conference League
Ritorno di Conference? Non aver perso in trasferta è già qualcosa di importate. Il Viktoria Plzen non mi sembra una squadra temibile, per questo sono abbastanza fiducioso. In casa però serve una prestazione diversa per poter affondare il colpo. Problema del gol? Alla Fiorentina serve un attaccante da 20 gol stagionali, con qualche gol in più la classifica sarebbe diversa. Ormai sono anni che manca un grande attaccante. Belotti è un ottimo giocatore, se fosse arrivato ad inizio stagione sarebbe stato diverso
Proprio in merito alla competizione europea, riportiamo le parole di Italiano dopo il pareggio maturato contro il Viktoria Plzen questa settimana.
Italiano commenta la prestazione dei suoi contro il Viktoria Plzen
Oggi volevamo fare una partita diversa, è evidente. Male per la prestazione, ma il risultato è positivo per il ritorno. Questa squadra difende sempre così, non prende mai gol. Oggi siamo cascati nel loro tranello […] Se dobbiamo cambiare modo di attaccare? Dobbiamo semplicemente fare meglio nelle situazioni che abbiamo creato anche oggi. Devo dire la verità, è stata una nostra scelta non andare ad attaccare con più uomini, ma visto che è una gara che si gioca su centottanta minuti - o forse più - ho scelto di non forzare troppo la mano.