Foto di Giacomo Morini ©
Foto di Giacomo Morini ©

Oggi su Repubblica troviamo una lunga intervista al tecnico della Fiorentina, Vincenzo Italiano. Ecco parte di quello che potrete trovare nell'edizione cartacea:

"Lavorare a Firenze è incredibile. Non siamo partiti con un obiettivo preciso se non quello di far divertire i tifosi. Ormai dopo due terzi di stagione siamo lì e  proveremo a rimanerci non pensando mai all’Europa come un’ossessione. Juventus? Andiamo in semifinale con la Juve e cercheremo di dare valore alla gara d’andata per poi giocarci il ritorno con la possibilità concreta di andare in finale. Dobbiamo tenere viva la gara di ritorno con un risultato positivo all’andata. Gerarchie? Credo nel merito e nell’impegno. Io faccio capire ai miei giocatori che sono sempre nella mia testa e tutti servono. Faccio eccezione sul portiere, dove una gerarchia c’è, anche se modificabile, in Coppa Italia ho sempre alternato Dragowski a Terracciano, appunto per farlo giocare. Portiere? Per me il portiere è un calciatore di movimento che sa e può usare anche le mani. Va coinvolto nel gioco. Deve parare, ma anche aggiungersi al centrocampo, essere un altro attaccante, l’uomo in più. Si è visto nel Milan come un lancio di Maignan ha favorito il gol di Leao. È finito il tempo in cui il portiere veniva avanti nell’ultimo minuto, in aiuto alla squadra che doveva recuperare, come soluzione disperata. Passare la palla indietro non è un’onta, né una rinuncia, è un modo per far ripartire il gioco con razionalità e con un’idea. Meglio che calciare in tribuna".

 

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