Serve una Chiesa per pregare che le altre perdano. La zattera viola cerca il Porto più vicino
Il punticino strappato in extremis al Parma ha evitato guai peggiori. Adesso c'è un'altra concorrente per la salvezza: il Benevento. Poi la pausa.
Paura e delirio al Franchi. Sotto le Scale Elicoidali è andato in scena un quasi dramma sportivo. In meno di cinque minuti la Fiorentina è passata dall'Inferno a un basso Purgatorio. Una Fiorentina convertita in punto di morte. Che raggranella un punticino nello scontro diretto con il Parma. Non molto utile ai fini di una lotta salvezza ancora apertissima. I punti dalla terzultima sono solo sei ma per fortuna le concorrenti, almeno all'ultimo giro, hanno sbagliato. Sconfitte per Bologna, Genoa, Torino. Pari per Spezia, Benevento e Cagliari. Il Crotone, ultimo, ritrova il dolce sapore dei tre punti. Fiorentina-Parma: una partita lunga un'annata. L'ultima gara è la miglior immagine di questa stagione bacata. Non certo il 6-0 a Napoli, troppo ingiusto, non certo il 3-0 a Torino, da congiunzione astrale. Una partita illogica, schizofrenica, senza nerbo né lumi su cosa fare. Timorosi. I difetti sono lampanti. La difesa, guidata (?) da Pezzella, è fragilissima e anche il portiere ci sta mettendo del suo. I laterali sono da mani nei capelli: Malcuit è peggio del tardo Lirola, Biraghi...non ho più le parole. Si salva il solito Martinez Quarta, grintoso dietro e davanti (i tifosi viola si riguardano in loop la sua capocciata che ha piegato la mano a Sepe). Il centrocampo è un'ipotesi. Vlahovic deve sudare 7 camicie per trovare un pallone calciabile. Ribery...non sta giocando da Ribery. Diciamo che è fuori forma per le molte ricadute. Serve altro? Adesso c'è il Benevento. Affamato di punti quasi quanto la Fiorentina. Quindi la pausa, provvidenziale per recuperare infortunati e tappare quante più falle nella tormentata barcaccia viola. Che, comunque, domenica dopo domenica, scoglio dopo scoglio, sta cercando faticosamente di pervenire a un Porto sicuro.
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