Con la maglia biancoblu del Sochi, Aleksandr Kokorin trascorse 6 mesi dal febbraio 2020 al luglio dello stesso anno, per poi fare ritorno allo Zenit. Da quel momento, la carriera vide poi Spartak Mosca e, per l'appunto, la Fiorentina

Nel corso di un'intervista rilasciata oggi a Sport-Express.ru è tornato a parlarne l'allenatore della squadra russa del Sochi Vladimir Fedotov. Tra le varie dichiarazioni rilasciate, l'allenatore è stato molto chiaro sull'eventualità che il centravanti viola Aleksandr Kokorin possa fare ritorno tra le file del Sochi, o meno.

Questo il passaggio su Kokorin della lunga intervista rilasciata:

In una delle tue recenti interviste, hai detto che non si parla del suo ritorno adesso. Ma se ce ne fosse il bisogno, prenderesti ora Kokorin al Sochi?

“Non dimentichiamo che ha poco calcio giocato nelle gambe. Ho letto che ha segnato due gol e ha fornito un assist in una partitella su campo ridotto - quando non si disputò Fiorentina-Udinese, ndr. Queste sono almeno alcune informazioni. Ma prima di allora, non avevamo sentito nient'altro su di lui! Infortuni su infortuni. Quando un giocatore non vede più il campo, bisogna scoprire perché non gioca. Anche per avere una comunicazione migliore con lui, per capire i suoi desideri”.

“Si sente spesso dire che il giocatore sia in scadenza, che non vuole firmare un nuovo contratto e che quindi l'allenatore ne preferisca altri al posto suo. Ma che sciocchezza è questa? Quale allenatore lascia in panchina un calciatore che porta vantaggi concreti? Non importa quando scade il suo contratto. Per questo non ci sono stati i presupposti sostanziali per un ritorno di Kokorin a Sochi, non c'erano mai stati nemmeno dei prerequisiti. Semplicemente non sappiamo in quali condizioni sia, in quale rapporto Aleksandr sia con se stesso”.

Non c'era bisogno di motivarlo. All'epoca quando Kokorin entrò a far parte della nostra squadra, parlammo del fatto che quella era una buona occasione per dimostrare a tutti, e prima di tutto a noi stessi, il suo valore. Nei primi allenamenti sembrava che avessimo lavorato con lui già da molto tempo. Sasha capiva molto bene le sue funzioni in campo e a noi fu chiaro che avevamo un giocatore che voleva dimostrare qualcosa in questa vita. Quello che è successo dopo, nello Spartak e nella Fiorentina, non spetta a me giudicarlo”.

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