Fiorentina, qual è la tua vera identità? Analisi e riflessioni sul campionato viola
Il nostro approfondimento sulle reali chances di sogni europei per la squadra di Palladino
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Sulle difficoltà, sulla poca grinta, sulla poca voglia e sulla poca concretezza che hanno caratterizzato le ultime uscite della Fiorentina di Raffaele Palladino si è scritto, detto e sentenziato di tutto, soprattutto dopo l'ennesima invereconda prestazione messa in mostra contro il modesto Verona che, per quanto nettamente inferiore tecnicamente, ha mostrato qualcosa che sembra mancare ai ragazzi gigliati in questo periodo (o forse in tutta la stagione): la voglia di raggiungere un obiettivo chiaro e ben definito (nel caso degli scaligeri, la salvezza).
Fiorentina, quali sono le reali ambizioni della squadra di Palladino?
Già, perchè la stagione viola è stata un continuo saliscendi di emozioni: si è partiti a rilento con i vari pareggi contro Parma, Venezia e Monza e poi con la sconfitta di Bergamo. Si è poi passati, dopo la vittoria di carattere con la Lazio, a dei picchi himalayani di prestazioni, risultati e armonia che hanno portato alla striscia di risultati utili consecutivi (Empoli, Milan, Lecce, Roma, Genoa, Torino, Verona, Como, Cagliari) dove sembrava quasi che la squadra andasse col pilota automatico e che potesse lottare per qualcosa di impronosticabile…E adesso? Dalla sconfitta di Bologna contro l'ex Italiano i tifosi hanno assistito a un climax discendente di debacles e prestazioni sconcertanti - ultima quella dell'altro ieri -. La domanda, o meglio le domande, che ogni tifoso gigliato si pone sono: che squadra è questa? A che classifica può ambire? Qual è la sua vera identità? Cosa ci si deve aspettare in questo finale di stagione? Proviamo a dare una risposta attraverso l'analisi del calendario che attende la Viola in Serie A, mettendo per un attimo da parte la Conference League che, per quanto prestigiosa, anche se venisse vinta non cancellerebbe le tante difficoltà e i momenti poco positivi di questa stagione “turbolenta”.
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Tra marzo e aprile si deciderà molto (se non tutto) della stagione
Dopo il match di venerdì prossimo contro il Lecce (imperativo categorico: la vittoria) Palladino e i suoi andranno a far visita al Napoli di Conte e poi, in successione, arriveranno Juventus, Atalanta e Milan: al giorno d'oggi, ammesso e concesso che i rossoneri continuino a stentare, ottenere anche una sola vittoria in questi scontri sembra una previsione alquanto ottimistica, se non chimerica, perlomeno se la proposta di gioco continua a essere inesistente e confusionaria come contro Como, Torino e Verona (non di certo il Brasile dei cinque numeri 10 a Messico '70, l'Olanda di Crujiff o il Barcellona di Guardiola). Senza prestazioni convincenti e soprattutto risultati nelle partite che precedono e che seguono questi scontri diretti, il calendario “agevole” delle ultime giornate (Cagliari, Empoli, Venezia, Udinese - togliendo Roma e Bologna) rischia di essere solamente l'occasione per dare spazio a chi ha giocato meno, nulla di più.
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Ritrovarsi per non perdersi quando conterà davvero
La classifica corta in zona Europa ha permesso ai gigliati di non perdere troppo terreno in queste ultime giornate. Urge però un netto cambio di rotta già a partire da venerdì sera: può tranquillamente essere definita la partita chiave di questa stagione per il semplice motivo che l'esito del match influenzerà (positivamente o negativamente) l'approccio ai successivi impegni. Contro i salentini sa tanto di ultima spiaggia, sicuramente per le tanto decantate ambizioni della dirigenza e della squadra, ma forse anche per lo stesso Palladino.