Semplici: "Arrivai ad allenare la Fiorentina Primavera grazie a Corvino"
Queste le parole dell'allenatore Leonardo Semplici che ha guidato la Primavera gigliata dal 2001 al 2004
L’allenatore Leonardo Semplici ha raccontato ai microfoni di Cronache di spogliatoio, alcuni aneddoti relativi all'esperienza come tecnico della Fiorentina Primavera tra il 2011 e il 2014.
Queste le sue parole:
“La chiamata fu molto particolare, perché ogni anno la prima amichevole che la Fiorentina faceva appena rientrava dal ritiro era contro il Figline e noi tutti gli anni, miglioravamo: prima Eccellenza, poi Serie D, poi C2 e a Corvino, che era il ds dei viola, erano rimaste in mente queste prestazioni. A distanza di pochi anni si ricordò di me e mi diede l’opportunità di allenare la Primavera, quindi lo devo ringraziare perché è stata un’esperienza straordinaria, professionalmente mi è servita molto e molte cose che ho imparato lì, le ho riportate poi con i più grandi”.
Quella squadra è passata alla storia fuori dal campo, diventando protagonista del reality show ‘Calciatori Giovani Speranze’:
“Ricordo… grandi difficoltà! Quando uscì la prima puntata, giocavamo a Genova contro la Sampdoria. Solitamente, una partita di Primavera attira 200 o 300 spettatori. Quel giorno invece c’erano migliaia di persone: in campo, per il riscaldamento, ci accorgemmo che c’era un pubblico esagerato, erano tutti a chiedere autografi ai protagonisti. Fu un successo straordinario: ci aspettavano fuori dall’albergo per gli autografi. La gestione di certi momenti fu particolare, ma con l’aiuto della società riuscimmo a indirizzare tutto verso quello che era l’obiettivo, ovvero provare a creare calciatori e non uomini immagine. Fu un’esperienza particolare ma positiva: per esempio, eri sempre microfonato e anche durante gli allenamenti, dovevo prestare attenzione a certe dichiarazioni”.
Ha poi concluso:
“Negli ultimi 10 anni, con la riforma dei campionati giovanili e l’introduzione delle seconde squadre, è migliorata la competitività generale sia nel campionato che in ogni weekend, perché quando allenavo io la Primavera c’erano solo 4 o 5 squadre davvero competitive durante l’anno e poi si faceva esperienza durante le eventuali finali, se ti qualificavi per giocarle. È chiaro che il livello tra la Primavera e la Prima Squadra, specialmente in club importanti come all’epoca poteva essere la Fiorentina, ha un divario grosso e quindi anche le seconde squadre, di cui si parlava già alla mia epoca, sono importanti”