In questo articolo prenderò in considerazione la terza linea, o, più precisamente, una delle componenti della fase difensiva viola.

Una cosa ho osservato: nel calcio contemporaneo pare che la palla sia diventata l’oggetto di concentrazione primario, o, meglio, il punto focale a cui fanno riferimento le funzionalità per innescare la propria traslazione (punto-punto) mnemonica; sia in fase difensiva, sia in fase offensiva (argomento che vorrei approfondire in altro contesto).

Esaminerò questa situazione della Fiorentina:

Già l’anno scorso analizzai queste movenze della terza linea gigliata, ma decisi di limitarmi a sottolineare l’aspetto del rischio. E non andai oltre. Per l’esattezza scrissi l’articolo dopo la vittoria viola in casa dello Sporting Braga.

Comunque, ve la riassumerò: quando i gigliati vengono attaccati sulle fasce (qui la destra), i 4 difensori si stringono, muovendosi all’unisono verso la zona laterale interessata (rettangolo rosso n.1). Ciò comporta, sul lato cieco, la creazione d’una zona rischio (rettangolo rosso n.2). Gli avversari cosa fanno? Cercano (esempio ultimo l’Inter) di portare la sfera proprio lì. E dove sta il problema? Nel comportamento psicofisico applicato dall’ala tornante (pallino viola col n.11).

All’inizio dell’articolo ho spiegato, che il calcio contemporaneo ha scelto la palla come punto focale da cui le funzionalità innescano la propria traslazione mnemonica.

Detta spicciola: se osservate bene, il blocco squadra si trova psico-fisicamente attratto dalla zona palla (comportamento tipico dello stile difensivo: “linea del fuorigioco”).

Infatti, tornando a noi, l’ala tornante scatta solo nel momento in cui viene effettuata una giocata, dalla quale si evinca che il pallone vada a finire dentro il rettangolo n.2 sopra evidenziato. Perciò non considera l’avversario alle sue spalle, ma ripete solo una movenza mnemonica.

Adesso, voglio darne anche la correzione (o “riduzione” (a breve ne spiegherò il motivo)), visto (e comprovato dal campo) che sia ancora una delle cause degli “smarrimenti difensivi” della Fiorentina.

Vincenzo Italiano ha addestrato la terza linea ad attuare, essendo il limite basso dell’ambiente di pressione e, quindi, fondamentale per il mantenimento di questo, la linea del fuorigioco che, come componente del suo principio, ripeto, sceglie l’attenzione esclusiva sulla palla (in altro articolo analizzerò l’alterazione che questo comportamento crea).

La correzione:

Se una delle componenti del principio difensivo d’Italiano è la marcatura a uomo dal centrocampo in avanti, allora, scegliere in questa fase, come oggetto di concentrazione, la zona palla crea contrasto.

Infatti, tale scelta è un limite della funzione. Per ovviare basterebbe dare continuità alla marcatura.

Dunque, spostare (perché di “spostamento” si parla) l’oggetto di concentrazione, ottenendo il continuum sopra esplicato.

Si tratterebbe di una correzione che alteri la funzione, ma con risultati positivi per il fine difensivo.

Semplificando, una riduzione con la quale verrebbe diminuita l’influenza della componente tipica della “linea del fuorigioco” (l’attenzione esclusiva sulla palla), aumentando quella della componente tipica della “marcatura a uomo” (l’attenzione esclusiva sull’avversario).

Conclusione:

Questa scelta non lederebbe in nulla i princìpi della funzione di Vincenzo Italiano. Sarebbe soltanto una correzione attraverso riduzione. Anche perché non metto in dubbio la giustezza dell’idea, ma soltanto come viene operata sul campo.

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