Foto di Giacomo Morini ©
Foto di Giacomo Morini ©

I movimenti durante la fase offensiva:

Ovviamente non starò ad essere esaustivo. Prendiamo, ad esempio, due possibili recuperi palla. Sì, due contropiedi dalla zona critica. Voglio dare un filo logico all'articolo, visto che si collega ad una prima parte:

Zona critica: Amrabat recupera palla. La domanda sorge spontanea: “Cosa accadrà?”. Eccovi un paio di risposte:

Ora vi spiego il significato di tutte queste freccie.

La palla va sulla sinistra. Sezione occupata da Terzic in questo caso, perché, una volta recuperata la sfera, Amrabat potrebbe scaricarla pure a Castrovilli, mentre il numero 10 viola avanza.

Quindi, palla a Terzic:

Vi ricordo che dovete tenere in considerazione le caratteristiche di ogni calciatore. Caratteristiche esposte all’interno della parte 1.

Leggi Anche >>> 3-4-3, come lo può proporre la Fiorentina (parte 1) (fiorentinauno.com)

Il numero 1 rappresenta il primo movimento di Terzic per arrivare al cross (numero 2). Il resto viene con la logica.

Ma, diciamo, questa è l’opzione "immediata".

Se no:

Terzic compie il primo movimento, ma vede, a rimorchio, il nostro Gaetano Castrovilli. Decide di passargli la palla e il 10 conclude. Con le linee del fuorigioco che hanno nel pallone l’oggetto di concentrazione del campo visivo (su questo argomento, “il campo visivo”, ve ne darò l'incipit ne La Scatola Difensiva) una tale giocata risulterebbe essere micidiale. Sì, perché dediti a mantenere la linea del fuorigioco perfettamente dritta, gli avversari non rispettano l’asimmetria e si schiacciano verso la porta.

Veniamo a Gonzalez. Cosa fa l’argentino?

L’ho detto che l’applicazione da me usata non sia topica. Quella non è una diagonale, ma una curva.

Dunque, immaginatela come tale.

Mentre Castrovilli riceve palla, Gonzalez pone all’italiano almeno due opzioni di passaggio. Opzioni che potrebbero evolversi in azioni dal coefficiente di pericolosità (per gli avversari) elevato:

  1. Gonzalez potrebbe calciare col suo piede forte a giro. Un tiro del genere, oltre a essere nelle sue corde, è anche difficile da prevedere e da parare.
  2. Dodò che converge in area di rigore potrebbe altresì tirare; oppure servire Cabral (da qui si comprende ancor meglio, il motivo secondo cui la conoscenza ambientale sia importante per me) che, intanto, “seguendo l’azione”, si stacca dalla linea avversaria posizionandosi in una zona consona per la finalizzazione. Poi ci potremmo anche sommare Gonzalez, o Castrovilli, o entrambi in inserimento.

Già! Quasi scordavo:

Il nostro Mandragora? Sì, c’è pure lui:

  1. Potrebbe fungere da seconda o prima soluzione di passaggio per Dodò.
  2. Potrebbe calciare verso la porta un pallone respinto dalla difesa.
  3. Potrebbe ricevere palla da Castrovilli e tirare.
  4. Potrebbe inserirsi nella sezione di Dodò, lasciando il brasiliano un po’ più defilato pronto a calibrare un ulteriore traversone.
  5. Potrebbe scambiare con Gonzalez, illudendo il campo visivo corale avversario, e poi terminare una triangolazione con Dodò (terzo uomo). Illusione estremizzata dall’elevato stress che la situazione pericolosa comporta (la curva di Gonzalez, Castrovilli che riceve palla libero di fare ciò che vuole, l’arrivo di Mandragora e Dodò, Cabral pronto a ricevere il traversone di Terzic…).

Ora passiamo al secondo contropiede:

Avevo detto: “Amrabat potrebbe scaricarla (la palla) pure a Castrovilli”. Riprendiamo da qua:

Amrabat recupera palla nella zona critica e serve proprio Castrovilli. Vi appunto (comunque credo che già lo sappiate) che il nostro 10 ha un ottimo cambio di passo:

Insomma, stando alla mia teoria non spiegata, la concentrazione degli avversari dovrebbe essere sul portatore di palla.

Dunque, visto che, ormai, qualunque squadra tende a denigrare lo 0-0, la tattica e la conoscenza dell’ambiente, sicuramente, il nostro illustrissimo possessore del pallone sarà aggredito in men che non si dica. Molto bene, ma tutto ciò tralascia un particolare: il lato cieco.

Sì, perché i calciatori vengono addestrati (allenati) a quello che io chiamo il punto-punto; cioè l’uso della visione centrale. Detta breve: è come se fossero cavalli coi paraocchi.

Perciò undici individui sono psico-fisicamente volti verso un punto (l’oggetto di concentrazione).

Inoltre, tornando sul “denigrare lo 0-0” voglio esporre la mia opinione: essere perdenti non significa non tentare di vincere le partite, ma non tentare di comprenderne i momenti.

Ecco, perché giocare per lo 0-0 non è da perdenti.

Torniamo all’azione.

Castrovilli viene aggredito dal gegenpressing avversario. Dare palla sulla sinistra sarebbe un’opzione facile, però anche prevedibile. Quindi, lato cieco.

Qui arrivano Dodò, Gonzalez e (perché no?) anche Mandragora. Mettiamo che la palla vada al primo:

  1. Potrebbe crossare di prima verso l’area di rigore (ricordo le caratteristiche esposte nella parte 1):
  1. Potrebbe darla di prima a Gonzalez, mentre l’argentino si inserisce alle spalle della difesa:

Una volta ottenuta palla, il numero 22 della viola potrebbe:

  1. Crossare o servire Cabral e Terzic dentro l’area piccola o grande di rigore.
  2. Dare palla a Mandragora che arriva a rimorchio.

Per la fase offensiva mi voglio fermare qui.

Conclusioni:

Questo rappresenta una prima stesura, anzi, una bozza del 3-4-3 che Italiano potrebbe usare coi giocatori di cui dispone.

Poi, ovviamente, i caratteri dei calciatori presi in considerazione sono generici.

Infatti, questa è schematizzazione.

Bonaventura e Sottil, ad esempio, potrebbero essere i sostituti di Gonzalez. Saponara e Barak i sostituti di Castrovilli. Ikoné di entrambi.

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