Italiano, Drago, Biraghi e Ikonè: perché?
Oltre l'allenatore, a finire nel mirino delle critiche è stato il capitano della Fiorentina. Essere o non essere, scrive Ferrara
"Drago, Ikoné e Biraghi. Oggi il vero dilemma è essere o non essere". Questo è il titolo dello spazio che Benedetto Ferrara sulle pagine de La Nazione, ha dedicato alla Fiorentina. "E’ Dragowski un secondo portiere? La risposta è no". Perché un secondo è consapevole del proprio ruolo e invece Drago è stato declassato, non è la stessa cosa perché stai solo aspettando di andare via. "Essere o non essere: è Ikonè una mezz’ala? Pare di no", perché il francese è arrivato da poco nel nostro calcio e adattarsi al senso tattico del calcio italiano non è cosa semplice, specialmente se schierato in un ruolo non naturale e del tutto nuovo; fare la mezz'ala non è roba per lui, almeno per adesso.
Poi scrive di Biraghi: "Essere o non essere? È il biraghismo un caso su cui discutere e dividersi? E basta. Povero Biro, uomo assist suo malgrado. E pensare che ha più sponsor di un pilota di motogp. La società lo ama e lo pompa, Zazzaroni dice in tv che è lui la vera fortuna della Fiorentina. La fascia di capitano racconta che Italiano ci crede e i suoi compagni pure. D’altra parte è l’unico titolare inamovibile, pare che Terzic sia la riserva di Roberto Carlos. Ma forse la domanda è un’altra: Biraghi è un difensore? Più no che sì. Il Biraghismo è il figlio prediletto dello iachinismo"