Foto IG @repicef
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Tra le voci radiofoniche più gloriose che il calcio italiano abbia mai avuto negli ultimi anni si annovera, senza ombra di dubbio alcuno, quella di Francesco Repice. Lo storico radiocronista di Radio Rai, tra la moltitudine di partite raccontate in carriera, ha commentato anche quella dello scorso anno che ha visto la Fiorentina vincere per 0-3 e sbancare l’Allianz Stadium di fronte ad una Juventus inerme, a dir poco. Ed in esclusiva ai nostri microfoni di FiorentinaUno.com Repice ci ha raccontato di quella sorprendente serata vissuta a Torino, ma non solo:

Lei fece la radiocronaca di quel Juventus-Fiorentina. Che ricordi ha di quel giorno?

“C’era stupore nell’aria. E' ormai una decina di anni che racconto la Juventus in radio e vi assicuro che era difficile vedere una squadra tecnicamente inferiore, sulla carta, arrivare lì e segnare tre gol. C’era incredulità quel giorno tra i bianconeri”

Domani, invece, i viola arrivano a Torino sopra la Juve in classifica. Cos’è cambiato quest’anno?

“Prendiamo l’esempio della Roma, che ha preso in totale otto gol dal Bodø/Glimt. Credo che i giallorossi non siano inferiori ai norvegesi, anzi: tutt’altro. Però sono quelle situazioni che nel pallone si verificano. Non ci deve essere necessariamente un perché. La Juventus è in difficoltà in questo momento, ma credo che si rimetterà molto presto in carreggiata. Mentre la Fiorentina deve continuare a fare il proprio campionato. Con un allenatore che vuole mettere in qualche modo in primo piano il gioco rispetto alla qualità dei calciatori. O, perlomeno, rispetto a quei calciatori che la società gli mette a disposizione”

Italiano è alla ricerca della costruzione del gioco, Allegri a quella del risultato. Chi avrà la meglio?

“Questa storia del gioco per me è sempre molto relativa. Quello che conta per me sono i giocatori, non il gioco. Forse nelle categorie calcistiche inferiori, tipo in Serie C o B, quando ancora non si conoscono appieno le qualità di determinati giocatori, è il gioco a prevalere. Chiaramente lì gli allenatori sono alla ricerca di giovani talenti che rientrino nel budget fissato dalla società. E li adoperano per imporre un certo tipo di gioco non conoscendone appieno i valori. In Serie A, invece, secondo me contano molto i giocatori forti. E gli allenatori forti sono quelli che convincono le proprie società ad acquistarli. E comunque vi sfido a trovare un allenatore che non sia interessato alla ricerca del risultato. Quello vogliono i tifosi: vincere anche al 95’ grazie ad un autogol degli avversari”

Vlahovic all’Arsenal pare non ci voglia andare: cosa vuol dire?

“Dire ‘no’ all’Arsenal vuol dire solo una cosa: Vlahovic ha già un accordo con un’altra società. E’ evidente che sia così”

Quest’altro club potrebbe essere proprio la Juventus?

“Non penso che in questo momento la Juventus possa dare tutti quei soldi che chiede Vlahovic o la Fiorentina per il suo cartellino. Di sicuro la Juventus ha bisogno di un centravanti diverso in questo momento. E secondo me Vlahovic e Morata sono simili per caratteristiche: giocatori che partono da lontano e mettono in movimento le proprie leve in progressione. E per questo penso che alla Juventus abbiano bisogno di tutt’altro tipo di attaccante, uno più da area di rigore”

I procuratori sono i nuovi padroni del calcio?

“Dovessi essere un giocatore forte come Vlahovic, comunicherei subito al mio procuratore il da farsi. Le mie volontà. Come hanno fatto altri giocatori nella storia del calcio, vedi Totti, De Rossi, Baggio nelle loro carriere. Decidevano loro i propri destini, mica i procuratori. Se Ibrahimovic chiamava Raiola e gli diceva di volere andare al Barcellona, Raiola si metteva all’opera e faceva il possibile. Quando Vlahovic arriverà al punto da chiamare il proprio procuratore e comunicargli la destinazione prescelta, vorrà dire che Vlahovic avrà raggiunto una forza ed un valore contrattuale di un certo livello e tale da rendergli possibile questo tipo di atteggiamento”

E quando Vlahovic andrà via cosa dovrà fare ACF per riparare?

“Con i soldi della cessione si potrebbero comprare alcuni giocatori importanti. Soprattutto perché hai un allenatore in panchina che sa valorizzare anche profili meno conosciuti e renderli redditizi dal punto vista sportivo e finanziario. Come fatto con Vlahovic, per l’appunto. Quando, invece, alla Fiorentina arriveranno allenatori che non vorranno più progetti da portare avanti, ma solo giocatori forti e già fatti, pronti a scendere in campo per vincere le partite, significherà che la Fiorentina avrà fatto quello step in più che, per esempio, stanno cercando di fare alla Roma con Mourinho da quest’anno. Piuttosto che lo stesso Allegri tornato alla Juve. Questi sono allenatori che sanno che per vincere servono i giocatori forti e li chiederanno ai propri presidenti a prescindere. Quelli forti davvero. Senza di questi non si vince. Se la Fiorentina volesse costruire qualcosa del genere e se, per esempio, Daniele - Pradè, ndr - persona squisita e capace, fosse andato da Vlahovic a mostrargli un progetto valido in tal senso, magari il giocatore avrebbe cambiato idea e sarebbe rimasto”

Il ritorno in Europa della Fiorentina è possibile già quest’anno?

“La Fiorentina deve stare in Europa, non scherziamo. Firenze deve esserci. Quando si cambiano le società è complicato mettersi subito in carreggiata. La Fiorentina ha una società seria alle spalle, non di gente che parla a vanvera. Bisogna semplicemente aspettare ed avere pazienza”

Un pronostico di Juve-Fiorentina?

“Vince la Juve – ride, ndr

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