ESCLUSIVA F1, Ecco chi è il professore che “chiede” lo scudetto alla Fiorentina: “Tifo Bari, ma ben venga il campionato a Firenze. Mi piaceva Maiellaro”
In un momento complicatissimo per il nostro Paese si prova in qualche modo a sdrammatizzare e regalarci qualche sorriso. In mattinata, il professor Mauro Sylos Labini ha twittato ironicamente : "Chiamare Bertolaso, chiudere la borsa, scudetto alla Fiorentina". In poche ore il post del prof. ha fatto il giro della rete e noi abbiamo deciso di intervistarlo in esclusiva per conoscerlo meglio:
Professore, ci ha regalato un sorriso in un momento nel quale ne abbiamo proprio bisogno...
"E pensare che non sono neanche un tifoso della Fiorentina! È una frase che voleva scherzosamente mettere in luce delle proposte abbastanza strampalate di un ex presidente del consiglio (Renzi). Posso sbagliarmi, ma dubito che avranno molto seguito. E mi dispiace per i tifosi viola".
Cosa pensa della decisione di fermare lo sport?
"Da grande sportivo ed appassionato di calcio sono dispiaciuto, mi dispiace non vedere le partite e mi ha fatto strano vedere gli stadi vuoti in questi giorni. In questo momento però abbiamo altre priorità ed è stato giusto fermarsi. Anzi probabilmente andava fatto prima e senza troppe polemiche".
Personalmente come sta vivendo questo difficile periodo?
"Cerco di vivere come gli esperti ci consigliano, senza panico ma rispettando alla lettera e con qualche accorgimento in più quanto ci viene comunicato dalle autorità. Siamo fortunati perché la tecnologia ci permette di far sentire la vicinanza ed il nostro affetto alle persone a cui vogliamo bene, ma adesso i contatti vanno davvero limitati al minimo indispensabile per almeno il prossimo mese".
Battute a parte, il suo cuore calcistico a chi appartiene?
"Sono tifoso del Bari, anche se mio papà è della Juventus e quindi ho un occhio di riguardo particolare per i bianconeri".
Però mi sembra di capire che la Fiorentina non le sia così antipatica...
"Assolutamente, provo molta simpatia per la Fiorentina. Anzi, negli '80 andai a vedere un Fiorentina-Inter divertentissimo che i Viola meritarono di vincere ma finì pari- Ho un ricordo bellissimo del Franchi, negli anni ci sono tornato a vedere il Bari, quasi sempre sconfitto ma con onore".
C'è qualche calciatore Viola che le piaceva in particolare?
"Sono vecchio abbastanza per ricordarmi di Antognoni, era un grandissimo calciatore ma non lo scopro certo io. Però porto nel cuore anche Pietro Maiellaro, anche se temo che i tifosi fiorentini lo abbiano rimosso. Secondo me aveva grande classe, probabilmente la sua carriera è stata condizionata dal suo carattere scostante".
Quindi lo scudetto alla Fiorentina le piacerebbe davvero?
"Certamente, sarebbe una sorpresa e le sorprese sono sempre ben accette. Anzi, se questo campionato dovesse ripartire spero che lo vinca una squadra che non partiva tra le favorite ad inizio stagione. Così come sarei contentissimo se l'Atalanta passasse il turno".
A livello lavorativo invece come sta cambiando la sua vita?
"Come tutti i professori universitari sto svolgendo le mie lezioni online. Inoltre sono sempre a contatto con i giovani, sento parlare di sottovalutazione del problema da parte loro ma credo si tratti di un luogo comune. I giovani hanno maggiori occasioni di socialità e quindi per loro il sacrificio è maggiore. Grazie al fatto che sanno usare la tecnologia troveranno il modo di rendere questo periodo meno duro dal punto di vista psicologico".
Come nasce la sua voglia di fare il professore?
"La voglia di capire sempre meglio il mondo in cui viviamo, la curiosità. Oggi posso dire che questo mestiere mi riempie".
Quando questo momento passerà ne saremo usciti rinforzati o indeboliti come Nazione?
"Difficile dirlo, spero la prima ma ho paura della seconda".
Se dovessi chiederle la sua emozione sportiva più forte?
"Le emozioni sportive sono forti perché resistono a distanza di anni. Porto dentro il primo gol di Cassano in Serie A contro l'Inter. Una gioia simile l'ho provata nella vittoria della semifinale con la Germania nel 2006".
Articolo di Vincenzo Pennisi
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