(CREDITI ACF FIORENTINA)
Moise Kean

L'attaccante della Fiorentina Moise Kean ha rilasciato un'intervista al settimanale Sport Week dove si è raccontato a 360°, dal rapporto con i genitori all'esperienza alla Juventus fino al suo arrivo a Firenze. Di seguito un estratto.

L'attaccante della Fiorentina Moise Kean in campo in maglia viola
Moise Kean 

Kean vuole costruire un rapporto solido col proprio figlio e racconta il periodo difficile fino all'approdo alla Juventus 

È importante che lui sappia fin da ora che io ci sarò sempre per aiutarlo e dargli un consiglio. Mia mamma lavorava tanto, mio fratello era lontano, e io avevo la mia famiglia sulle spalle, come è tuttora. Mamma non voleva lasciarmi andare perché preferiva che studiassi. I dirigenti della Juve le dissero che nel convitto dove sarei andato a stare, avrei pure studiato. Faticarono un po’, ma alla fine riuscirono a convincerla

L'infortunio che lo ha condizionato alla Juventus 

Nella mia testa visualizzavo il tiro, il dribbling, la finta, poi non riuscivo a metterli in pratica e pensavo: “Cazzo, non ci riesco”. Ma sapevo che dopo il buio torna la luce e quindi anche per me sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dimostrato a tutti chi sono e di cosa sono capace

L'amicizia col rossonero Leao e la musica che li ha legati 

Con Rafa stiamo lavorando ad un disco insieme. È un amico, un ragazzo d’oro. L’ho conosciuto tanti anni fa giocando contro in nazionale e da lì abbiamo mantenuto un legame molto stretto. La connessione che ho con lui e con McKennie non ce l’ho con altri, nel calcio

Kean, ragazzo normale che è rimasto sempre se stesso 

Io sono uno normale, come tutti, come quelli che alla domenica mi guardano giocare. Sono sempre io, Moise, quello che sta con gli amici, si diverte con loro e ogni tanto insieme a loro fa le cazzate di un tempo. Non sono mai cambiato per nessuno, non ho paura di nascondere o modificare l’immagine che do di me. Se c’è da scherzare, scherzo; se c’è da litigare, litigo. Dopo la scuola, da bambino, andavo in oratorio a giocare a calcio con gli altri. Lo farei ancora adesso, dopo l’allenamento, ne avrei voglia ma so che non posso, non mi è permesso. Ma è una delle cose che mi mancano di più

Con Palladino ci intendiamo, siamo una squadra di talento 

Io e il mister ci intendiamo bene. Mi ha aiutato molto, in campo e fuori. È una persona ambiziosa, che ama le sfide e noi siamo una squadra piena di talento che può far bene

 

 

 

 

 

 

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