Fiorentina, investire sui giovani e non avere: partire dalla Primavera per tornare grandi
Le società più blasonate ed attrezzate al mondo possono contare sia su un'enorme potenza di fuoco, e quindi di un notevole potenziale d'investimento, sia s'un forte sistema di valorizzazione giovani: prestiti, focalizzazione sulla Primavera ed una fitta rete di osservatori. Le squadre emergenti, per costruire un organico sempre più competitivo e scalare la classifica, possono contare sulla seconda faccia della medaglia, e quindi svolgere un lavoro altamente qualitativo e minuzioso, andando alla ricerca di giovani talenti. Un esempio lampante è l'Atalanta di Gasperini, e la Fiorentina potrebbe seguire le orme degli orobici in questo settore.
Una scorciatoia che non ha permesso al primo PSG e al primo Manchester City di trionfare nei loro rispettivi campionati è stata la fretta di tagliare il traguardo prima di giungere all'arrivo. Investimenti esagerati e troppo eterogenei senza un progetto sportivo preciso hanno portato le due squadre sopracitate a dover rivedere ogni anno il sistema di gioco. La Fiorentina vuole ritornare a competere a livello europeo, ma inciampa sempre negli stessi tranelli: mercato giostrato male in uscita e maldestramente in entrata, scelte tecniche sfortunate, giovani lasciati in panchina. Non basta investire e guardare ammutoliti l'enorme cifra spesa, quando poi effettivamente i risultati non arrivano. Un'apparente routine del calcio italiano è quella di tesserare giocatori talvolta di media fascia, aprioristicamente sostituti. Una soluzione più intelligente potrebbe essere rappresentata dalla chiamata - ed aggregazione frequente - in prima squadra dei migliori talenti della Primavera. A volte ci dimentichiamo anche che si può fare; Chiesa caso Sui generis.