"Questa partita avrei voluto giocarla tra un mese". Come dare torto a Mister Iachini dopo questa affermazione? Del resto l'Atalanta di Gasperini cresce giorno dopo giorno, sempre più forte e determinata a raggiungere le posizioni più alte della classifica. Si rischia di cadere nel banale, ma è evidente che la Fiorentina reduce dalla gara contro la Spal ha ben poco a che vedere col livello del calcio espresso finora dagli orobici. Non serve far ricorso alle statistiche che, vista la situazione, non valgono niente, se non una piccola consolazione: cinque vittorie della Fiorentina, due pareggi e due vittorie dell'Atalanta. Ma i tempi sono cambiati e i numeri della Dea sono da big, tutto il contrario della Fiorentina. Allora come se la possono giocare gli undici viola? Stringendo i denti, anche se riduttiva come soluzione. Ci vuole una bacchetta magica (che Iachini non ha), per abbattere, o almeno limitare, il pressing martellante dei bergamaschi, dei quali spicca una preparazione fisica fuori dal comune. Già, proprio quella serenità atletica che manca alla Fiorentina. Tuttavia, voler passare un turno simile significa scrollarsi di dosso la paura, in un modo o nell'altro. Non c'è posto per le "facce bianche" viste dal ai campini durante i primi allenamenti. Conta far fruttare il duro lavoro in cui crede lo staff tecnico viola, strettamente legato con la dimensione territoriale in cui la squadra si ritrova: Firenze. C'è un motivo se la Fiorentina è riuscita a vincere partite che sembravano perse. C'è un motivo se gli avversari più temibili e dispotici si sono visti ribaltare situazione di completo agio. L'artefice di tutto questo è il 12 esimo uomo che circonda il manto erboso al Franchi. Più forte di quello, ce ne sono davvero pochi. E allora quando Iachini parla di "bolgia", non lo fa a caso. Il Mister in primis è consapevole del contributo psicologico che portano gli spalti del Comunale. Domani giocano tutti, anche i più coraggiosi che alle 15, in piena giornata lavorativa, sono riusciti a ritagliare un piccolo spazio per la Fiorentina, ora in difficoltà, ma con alle spalle un angelo custode chiamato "Firenze".
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