Lunga intervista del tecnico viola Beppe Iachini sulle pagine di Tuttosport. Questo un estratto:
Sulla ripartenza: «Tantissima voglia di ripartire. Sono state settimane complicate, ma il ritorno in campo è un passo importante verso il ritorno alla normalità».
Le preoccupazioni relative ai giocatori positivi in viola e a Dybala: «Tanta ma ero anche consapevole che tutti i nostri casi erano seguiti con grande attenzione. E anche per Paulo mi sono accertato che le cose andassero bene».
Le incognite della ripresa:«Tante. I calciatori vengono da due mesi e mezzo di stop e dovranno giocare in 35 giorni e in un clima molto caldo e umido un numero di gare che di solito disputano in tre mesi. Tutto ciò potrebbe facilitare gli infortuni. Se consideriamo che in Germania nonostante il clima favorevole e una sola partita a settimana ci sono stati 75 infortunati ci possiamo rendere conto delle criticità che potremmo incontrare. Dunque è tutto un’incognita. Ma con lo staff medico lavoreremo in maniera preventiva per cercare di ridurre al minimo ogni possibile rischio»
Le preoccupazioni in vista della ripartenza:«Quando mi fu chiesto della ripartenza la situazione era diversa, in quel momento non aveva senso parlare di calcio per rispetto verso le vittime e di chi ogni giorno era in prima linea, i medici, gli infermieri, veri eroi. Oggi le cose sono migliorate, molte aziende sono ripartite ed è giusto che pure il calcio possa farlo».
Su cosa lo abbia infastidito: «Come certi giudizi sul mondo del calcio vengano dati, da chi il calcio non lo vive, con estrema faciloneria. Non mi è piaciuto neanche quanto è stato detto sulla questione dei tamponi. Noi, come tutti, specie in certe fasi dell'emergenza, abbiamo avuto le stesse difficoltà a reperirli».
Sulla quarantena:«Non è stato facile ma questa esperienza ci ha insegnato tanto».
Sul rivedere i ragazzi: «Per me è stato come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Siamo stati tutti molto felici».
Su come si immagina il rientro in campo:«Un po' triste per la mancanza dei tifosi, comprendiamo la situazione ma le porte chiuse non rappresentano il calcio che amiamo. Il calcio appartiene ai tifosi. Li sentiremo vicini ma non sarà lo stesso».
Sulla preparazione in vista del Brescia: «Vorrei che tutti i ragazzi fossero pronti per dare il loro aiuto e il lavoro è l’unico metodo che conosco per raggiungere gli obiettivi prefissati. Col Brescia sarà una sfida difficile, loro faranno di tutto per portarci via punti, dovremo essere all’altezza».
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