La candidatura perfetta per il futuro della panchina viola...
Siamo alla viglia dell’ennesimo test salvezza per la Fiorentina di Cesare Prandelli. Il match contro il Parma di domenica alle 15.00 potrebbe infatti rivelarsi, in un senso o nell’altro, già decisivo per il futuro del club viola. La squadra però non arriva a questo crocevia stagionale nelle migliori condizioni né fisiche, mancheranno infatti diversi giocatori tra i quali anche nomi di spicco come Castrovilli, né mentali, visto che è reduce da due sconfitte consecutive che hanno già fatto dimenticare i tre punti ottenuti contro lo Spezia quattordici giorni fa.
Oltre a tutto ciò si aggiunge la consueta girandola dei nomi per il prossimo futuro della panchina gigliata. Che Prandelli fosse infatti un traghettatore di lusso lo si era capito sin dall’inizio, ma che nonostante il suo arrivo le condizioni di classifica della squadra a marzo potessero essere ancora queste era difficile immaginarlo. Il tutto suona come l’ennesima riprova, se mai ce ne fosse stato bisogno, di un problema che va al di la della figura dell’allenatore, ma che non esenta quest’ultima da colpe.
Sembra un ritornello che ci troviamo qui a ripetere ogni stagione “Per ripartire serve scegliere un progetto, investirci e dargli fiducia”. Tre cose che negli ultimi anni a Firenze non sono mai accadute. Si sono susseguiti allenatori più o meno validi ma nessuno ha mai ricevuto un appoggio totale da parte della proprietà, né tantomeno i rinforzi richiesti per allestire una squadra adatta alle proprie idee di calcio.
In tal senso, pensando ai vari nomi che da tempo si fanno per quanto riguarda il ruolo di tecnico del futuro in casa Fiorentina, se si è consapevoli di non poter fare i grandi investimenti inevitabilmente richiesti da un top manager come Sarri, converrà puntare su giovani emergenti in grado di fare tanto con poco. E chi meglio di Ivan Juric potrebbe adattarsi a questo tipo di ruolo? L’attuale tecnico del Verona ha dimostrato, soprattutto in queste ultime due stagioni, di sapersi adattare al materiale tecnico che gli viene sottoposto e di saper fare di necessità virtù, portando il club gialloblù a competere per le posizioni europee. L’ex tecnico del Genoa non richiede, come insegna la sua storia, giocatori dal nome importante, ma funzionali ad un’idea di calcio che è, sullo stile dell’Atalanta di Gasperini (suo maestro), moderna ed europea. Intensità, aggressività, verticalità e uno contro uno a tutto campo sono le caratteristiche tipiche del gioco, non solo di Juric, ma in generale di un calcio che, come dimostrato dalle coppe europee, va sempre più in questa direzione.
Il tecnico serbo inoltre ritroverebbe a Firenze un giocatore come Amrabat che potrebbe trarre grande giovamento da un suo arrivo (visto quanto fatto insieme a Verona un anno fa), ma soprattutto troverebbe una squadra già impostata con una difesa a tre e ricca di giocatori a caccia di un rilancio. Ovvio servirà accontentarlo in qualche richiesta di mercato, ma come detto Juric non è un tecnico che richiede ad una proprietà investimenti imponenti, ma acquisti mirati a poter sviluppare un determinato tipo di gioco.
I rapporti soprattutto dialettici con Pradè, che si vocifera lo avesse già bloccato la scorsa estate, non sembrano essere dei migliori. Ma così come il futuro di diversi giocatori è tutt’oggi in bilico, lo stesso si può dire per il direttore sportivo viola, che non è esente da colpe per quanto riguarda le due ultime deludenti stagioni. Chissà dunque che ripartire da un tecnico come Juric e da una nuova direzione sportiva non possa essere la soluzione migliore per il futuro della Fiorentina. Nel frattempo toccherà a Prandelli garantire che all’orizzonte per i viola continui ad esserci la Serie A...
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