Dusan Vlahovic, intervistato da DAZN per il format "Piedi per terra", ha parlato del suo incontro con Zlatan Ibrahimovic:

Chi è il tuo idolo? “I miei idoli sono mio papà, mia mamma, mia sorella (sorride, ndr). Poi se parliamo di giocatori mi piaceva sicuramente di più Ibra per il suo carattere, la sua voglia di non mollare mai. Quello che ha fatto l’ha fatto da solo. Stiamo parlando di un giocatore e una persona… Sappiamo tutti com’è. Non permette mai a nessuno di comandarlo, poi ha delle giocate mostruose. Ci ho parlato. Dopo la partita a Firenze in cui abbiamo perso 3-2, lui ha fatto gol, io dopo la partita dicevo: ‘Probabilmente ora sta bene, non è arrabbiato molto. Vedo di approfittarne per avere la sua maglietta’ . Giocando con Ribery ho capito che i giocatori grandi anche quando vincono la partita non sono soddisfatti se non hanno fatto tutto quello che volevano. Sono andato subito davanti allo spogliatoio del Milan, Ibra, come faccio sempre anche io, stava facendo tutto lentamente, l’ho aspettato e mi ha dato la maglia e abbiamo fatto la foto. La cosa - riporta tmw- che mi ha colpito di più è che mi ha scritto la dedica nella nostra lingua. Mi ha fatto un grandissimo effetto, un grandissimo piacere. Mi ha detto di continuare così e non mollare mai. Poi io non sono molto bravo quando incontro persone del genere, mi blocco. Dicevo: ‘Grazie grazie grazie grazie (ride, ndr)'. Non è che parlavo tanto. Sono andato a casa, con la maglietta quasi addosso".

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