Esclusiva F1, Genta: "Amrabat di un'altra categoria; Jovic riuscisse a dare anche solo l'80% del suo potenziale sarebbe un super giocatore. Italiano? Ha fatto bene a rimanere a patto che..."
Queste le parole del noto giornalista e conduttore Carlo Genta che ha parlato Inn esclusiva ai microfoni di Fiorentinauno
In esclusiva ai microfoni di FiorentinaUno.com abbiamo avuto l'immenso piacere di parlare con Carlo Genta: giornalista sportivo, conduttore televisivo e radiofonico. Analizzando e commentando diversi aspetti molto importanti riguardanti la Fiorentina.
Il calcio italiano ha passato settimane di sconforto con tre finali perse su 3, bisogna guarda il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
“Penso che raggiungere una finale è sempre un grande risultato sportivo ma vincerla è un'altra storia, io sono un addetto del risultato per me il risultato è l'unica cosa che conta, ma raggiungere la finale, ripeto, è un grande risultato. Penso che le coppe non rappresentato il movimento di un paese perché ogni squadra rappresenta se stessa, non indica lo stato di salute di un sistema. Per arrivare in finale vuol dire che hai i mezzi per farlo, anche se tutto è dettato dagli incroci e dalla fortuna, quando fai 3 finali non sei il paese migliore al mondo e quando non ci vai non c'è nulla di catastrofico”
La Fiorentina ha fatto 4 finali tra Primavera e prima squadra e le ha perse tutte, non si può essere felici ma può rappresentare un segnale importante per la crescita del club?
“Di sicuro, e lo ribadisco, le finali sono un grande risultato ma nel calcio non esiste la medaglia d'argento come nelle olimpiadi, la gente si ricorda chi vince e negli almanacchi compare chi vince. Le Italiane hanno perso 4 finali in due settimane compresa l'Italia Under-20, ma rimane un grande risultato sportivo. Per quanto riguarda la Fiorentina, arrivare in finale vuol dire che stai facendo un buon lavoro, vincerla è il passo che manca. In finale di Coppa Italia hanno giocato meglio dell'Inter e tra le italiane era quella con più possibilità di vincere la finale europea; In Conference mi ha deluso: quando vedo una squadra che in una finale europea al 90esimo minuto difende con 3 uomini a metà campo e in contropiede rimango perplesso, devi essere più cinico ed è quello che manca per poi vincere. Prendere un gol così fa male, siamo italiani e ti serve quella furbizia in più, ok uscire tra gli applausi ma si esce sconfitti. La colpa è sia di Italiano che dei calciatori, alla fine sono loro che giocano. Non esiste il calcio dell'allenatore ma dei calciatori, ma non penso che una squadra allenata da Mourinho prenda un gol del genere. Bisognerebbe sapersi adattare a partita in corso e cambiare pelle. L'integralismo a me non fa impazzire, ma la bravura degli allenatori italiani è quella di sapersi adattare in base alle esigenze vedi Inzaghi contro il City e vedi il West Ham che non ha giocato all'inglese ma all'italiana e alla fine ha alzato la coppa.”
Italiano ha scelto di rimanere a Firenze, scelta giusta o Napoli era una piazza irrinunciabile?
“Scelta giusta, allenatore bravo ma ha bisogno di qualche step; a Napoli avrebbe rischiato di bruciarsi anche se per un allenatore ambizioso una piazza come Napoli è affascinante. La cosa importante quando un allenatore viene confermato è che si sia consenzienti in modo coeso e senza determinate condizioni, se sono tutti convinti è la cosa giusta per lui è per Firenze”.
Italiano ha tirato fuori il massimo da questa squadra o avrebbe potuto fare meglio soprattutto in campionato?
“Non molto meglio anche se è partito molto male, però la squadra è cresciuta e nel complesso ha fatto una splendida stagione, perché giocare due finali è un grande traguardo però non mi sembra una squadra a cui si può chiedere di più, ok mancano forse 5/6 punti probabilmente a causa delle due finali e questo è un buon prezzo da pagare; dipende ovviamente con chi vuoi competere. Per il livello che possiede ha fatto ampiamente quello che doveva fare merito anche di alcuni calciatori che sono cresciuti ad esempio Cabral, Jovic che alla fine ha dato quello che ci si aspettava, Gonzalez che è il più forte della Fiorentina ma quante ne ha giocate ad alto livello?”
Dunque puntare ancora al settimo o all'ottavo posto non è riduttivo per la Fiorentina?
“Bisogna capire che Fiorentina sarà, quanti soldi verranno spesi per renderla più forte, ad oggi la squadra vale quello che è rappresenta una buona dimensione. Ovvio la Fiorentina è sempre stata una buona borghesia del calcio italiano ma ripeto, bisogna capire con chi vuoi competere perché se vuoi metterti al livello di Atalanta, Bologna, Torino ecc sei più forte di queste; se invece vuoi che i tuoi rivali diventino il Napoli, il Milan, l'Inter o la Juventus è chiaro che non sei attrezzato, bisogna capire che vita vuoi fare da grande”.
Chi ti ha stupito e chi ti ha deluso?
“A me è piaciuto molto Castrovilli, Mandragora è cresciuto molto, anche Bonaventura non contando Amrabat che secondo me è di un altro livello, uno che potrebbe giocare in qualsiasi club. Milenkovic mi è sembrato in calo. Nel complessivo non mi è dispiaciuto nessuno, sono tutti buoni calciatori esempio a Cabral cosa si potrebbe chiedere di più? Non vedo calciatori di livello internazionale salvo appunto Sofyan, Milenkovic al suo meglio, Nico Gonzalez che però devo fare a botte con la sua discontinuità e Jovic che è un giocatore geniale ma folle perché viaggia sul confine tra l'esplosione e una promessa non mantenuta; vedi che ha talento ma ha limiti caratteriali. Se il Real Madrid lo ha regalato una domanda me la farei, però se riuscisse a dare anche solo l'80% del suo potenziale è un super giocatore ma ancora ha espresso solo il 30”.
Commisso e il modello americano da espatriare in Italia: è il disinfettante giusto per guarire il calcio italiano dall'assenza di alcuni talenti ad esempio la figura del vecchio numero 10?
“Ovvio che per avere altri Totti, Baggio e Del Piero bisognerebbe chiedere alle mamme italiane; talenti così nascono e basta indipendentemente dalle strutture che ovvio al momento in Italia non solo all'altezza. L'idea di far giocare i calciatori giovani italiani a me fa salire il sangue al cervello perché devono giocare i calciatori bravi, far giocare chi ti rende al meglio. Il sistema americano bellissimo ma va bene per l'America in Italia valgono le regole italiane, tranne che si voglia fare business cercando giovani da far crescere e valorizzarli e quella è un idea. Bisogna capire cosa vuole fare Commisso con questa Fiorentina. Secondo me l'idea migliore l'ha avuta la Juventus ed è quella di fare le seconde squadre che ti permette di far crescere i ragazzi che giocano con gente che lo fa di mestiere con un'intensità diversa. I campionati giovanili sono poco indicativi quindi sul discorso giovani bisogna far giocare chi è bravo indipendentemente dal passaporto ”