Foto di Giacomo Morini ©
Foto di Giacomo Morini ©

Il centrocampista della Fiorentina, Gaetano Castrovilli, ha rilasciato un intervista a Fanpage: "Ho avuto un periodo difficile come noi tutti nella vita ma ora sto meglio. Ho visto una luce in fondo al tunnel e sto meglio sia fisicamente che mentalmente. Sto lavorando duramente per tornare il vero me stesso. Partita dopo partita si cresce e si affrontano anche i periodi meno belli. La fiducia è fondamentale per un calciatore, da parte dei compagni e della società. Da gennaio sto meglio anche perché sto lavorando con una mental coach, spesso pensiamo che bisogna affrontare queste situazioni solo quando le cose non vanno per il verso giusto, ma la verità è che bisogna essere attenti a queste dinamiche soprattutto quando stiamo bene".

Cos'è cambiato quest’anno?
"Secondo me la vera causa è il mister, per me può diventare un grande a livello internazionale. Riesce a far giocare bene la squadra e a tirare fuori il meglio da noi. Ora siamo molto più aggressivi andando in avanti con rabbia, cosa che a noi mancava da tempo e questo ci permette di difendere attaccando".

La partenza di Vlahovic?
"Lui era il nostro bomber, ci ha portato tanti gol e punti, ma la Fiorentina non era solo Vlahovic. La Fiorentina siamo noi tutti, Vlahovic ha fatto 17 gol grazie a noi e al gioco del mister. Noi gli abbiamo augurato il meglio, ci dispiace che un calciatore forte come lui sia andato via. Qui è cresciuto tanto, ma nessuno prevede il futuro".

Hai fatto spaventare dopo l’impatto contro il palo a Genova: ricordi un'istantanea, una sensazione di quei momenti?
"Non sono riuscito a fermarmi perché il campo era troppo bagnato e sono finito sul palo. Io volevo anche provare a continuare ma il dottore mi ha fermato. Sono stato qualche giorno in ospedale per rimettermi, una cosa non gravissima ma poteva andare molto peggio".

Hai firmato con Alessandro Lucci: come mai?
"A volte è importante cambiare. Io sentivo questo bisogno, e tante volte il cambiamento aiuta a creare nuovi percorsi e porsi nuovi obiettivi. Il mio vecchio procuratore mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere ma dovevo cambiare qualcosa".

Cosa si prova a vincere un Europeo?
"Lo si percepiva sin dal primo giorno; merito di un gruppo fantastico che ha portato alla vittoria una nazione intera. Ora non dobbiamo prenderci in giro, non ci credeva nessuno. Far parte di un gruppo così ti fa crescere e ti lascia momenti indelebili. Lavorando con i più forti si migliora. Mi è mancato essere un po’ più protagonista, ma quei giorni li porterò sempre con me".

Ti pesa la 10 sulle spalle?
"A Firenze l’hanno indossata calciatori straordinari ma non sento il peso della 10. Per me è sempre stato un numero importante anche quando ero piccolo mi ricordo che mi davano sempre la 10. Sono innamorato di questo numero, di quello che significa e sono onorato di portarla qui. E comunque penso che non è importante il numero sulle spalle ma onorare la maglia dando il massimo".

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