Fiorentina Logo (ph. Fiorentinauno)
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Roberto Goretti, neo direttore tecnico della Fiorentina, ha risposto ad alcune domande ai microfoni ufficiali del club. Ecco le sue prime dichiarazioni in Viola.

La presentazione di Goretti con la Fiorentina

Le sensazioni di Goretti 

Quando arrivi a Firenze, quello che ti rimane negli occhi è la bellezza del luogo e della Fiorentina. 

Il calcio è cambiato? 

Quando si è in campo rimane sempre la stessa cosa, un gioco fantastico che rappresenta tutti noi. Però è cambiato in generale come tutta la società attorno. 

Stadio Franchi? 

Mi ricordo tante partite a Firenze, è sempre stato bello, anche perché la tribuna era vicina al campo. Mi ricordo che gli spogliatoio erano al terzo piano e ogni volta che finivo il riscaldamento ero distrutto, perché era tutto un salire e scendere (ride, ndr). Mi ricordo una partita mentre giocavo al Napoli, quando la Fiorentina aveva davanti Batistuta ed Edmundo e io giocavo in difesa. Batistuta mi mise a terra con una finta e fece gol. La Fiorentina ha sempre avuto una qualità offensiva incredibile, senza dimenticare Rui Costa e Robbiati. 

Roberto Goretti
Roberto Goretti

Goretti su Palladino

La Fiorentina ha scelto un tecnico giovane e con grande ambizione e voglia. Credo che si sia deciso di dare continuità con questa tipologia di allenatore. 

Pradè? 

Io sono a sua totale disposizione per potermi guadagnare la fiducia di tutti. La scelta di Palladino è stata sua. Un mese fa mi ha chiamato e mi ha spiegato le sue idee, per me questa è una grande opportunità di crescita. Spero di poter fare un buon lavoro e contribuire al futuro di questo grande club. 

Viola Park? 

Tutti raccontano della sua bellezza, ma quando arrivi qua è ancora meglio di quello che dicono. Credo che sia il messaggio di Commisso a tutti quelli che vivono di calcio. Questo è il livello a cui vuole portare la Fiorentina nel tempo. Il lavoro negli anni porta risultati, anche e soprattutto nel settore giovanile. Penso che con questo centro sportivo la Fiorentina debba diventare negli anni una "fabbrica di calciatori". Al termine della Primavera ci sono 2/3 anni molto complicati dove devi riuscire a fare il salto nel calcio dei grandi. Credo che ci sia bisogno di un percorso intermedio per quasi tutti i giovani calciatori. 

Bianco, Pierozzi, Distefano... potranno rientrare nel progetto della prossima stagione?

Partiranno tutti in ritiro con la squadra, poi sarà il mister a decidere chi vorrà coinvolgere durante la stagione e con chi ragioneremo per un percorso tecnico diverso. 

Estate difficile per qualche giocatore? 

Sarà la realtà che si troverà davanti il mister, ma saprà sicuramente affrontare tutto ciò e si adatterà. Tanti giocatori se ne sono andati e credo che questa sarà un'estate di ripartenza. 

Commisso? 

Non ho avuto ancora il piacere di parlarci, ma la sua storia parla per lui. Il suo coraggio, il suo spirito e il suo atteggiamento lo raccontano al meglio.

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