A Radio Sportiva è intervenuto il vicedirettore de La Gazzetta dello Sport Andrea Di Caro: "L'apertura di ieri è piena di limiti e quelli più pressanti riguardano la necessità di mantenere la distanza di sicurezza: ovvio che gli sport di squadra, che prevedono contatto o ritiri che mettono in assembramento tanta gente, non rispecchiano le prescrizioni. Se i parrucchieri aprono fra un mese non si capisce perché il Governo dovrebbe permettere al calcio di riaprire un mese prima: la sensazione che ho avuto è che ci sia la necessità per ragioni economiche e sociali di far ripartire il paese, ma senza sapere quali possano essere i danni di questa riapertura. Alla luce di questo si prendono altre due settimane di tempo per le discipline collettive per vedere come procede la curva dei contagi, ma tutto questo complica maledettamente la ripresa del calcio, perchè servirebbe un percorso netto senza intoppi per completare il campionato. Indipendentemente da quello che vogliono le singole società, ci sono incognite ad ogni angolo di strada: che i club abbiano dato la disponibilità a giocare è noto, ma ponendo dei quesiti di sicurezza e non solo a cui chiedono risposte. Credo però sia arrivato il momento di avere un piano B su quello che potrà essere il calcio italiano: tutti felici se si riparte, ma se non fosse possibile che succede? Questo lo si deve sapere prima di ricominciare gli allenamenti, ne devono finalmente parlare, soprattutto sul tema delle classifiche e dei diritti televisivi".
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