Intervistato dal Corriere dello Sport-Stadio, Rocco Commisso ha parlato così:
La Fiorentina?
«La situazione migliora. Abbiamo avuto persone in ospedale, ma ora sono fuori, e altre in quarantena. Quando l’estate scorsa, dopo la presentazione ad Arthur Avenue, mi sentii male, il primo a intervenire fu il dottor Luca Pengue, il medico della Fiorentina. Lui è uno che ha sempre guardato prima i giocatori, e ha finito per prendere il coronavirus. Beh, una cosa bella è stata che Pengue, un padre di tre figli, prima si è occupato di visitare gli atleti, poi è stato portato in ospedale. Grazie al Signore ora sta bene ed è tornato a lavorare».
Medici e infermieri?
«Per questo sono orgoglioso di aver promosso la raccolta di fondi, Forza e Cuore, per gli ospedali di Firenze. Puntavamo a raccogliere 500.000 euro, abbiamo superato i 750.000. Molti contributi sono arrivati dagli Stati Uniti, da banche, aziende, impiegati di Mediacom, dalla Cbs».
Campionato a maggio?
«Mi piacerebbe, perché vorrebbe dire che l’emergenza è finita, ma non saprei, non credo. Nessuno può dire cosa succederà tra due settimane, un mese. Se poi si ammala un altro giocatore, cosa facciamo? L’importante è non compromettere anche la prossima stagione. Noi abbiamo parlato dei nostri tesserati contagiati, ma gli altri?».
Io scocciato dalla politica?
«Questo concetto non è accettabile. O faccio o me ne vado. Io voglio investire. E come me, altri imprenditori stranieri».
Ripensamenti sull'acquisto della Fiorentina?
«No. Anzi, se potessi, lo rifarei. Non sono venuto con l’intenzione di fare soldi. Certo, neanche di perderne, ma quando decidi di entrare nello sport sai che è un settore diverso. Sei mesi fa la Roma non era in vendita, oggi lo è. Friedkin sta trattando il club da mesi, io ho fatto tutto in dieci giorni. Ho sempre seguito l’istinto, e non mi sono mai pentito. Il calore dei fiorentini mi dà energia. Quando chiesi di smetterla con i cori razzisti e contro i meridionali mi hanno accontentato. Non lo dimentico».
Quando finirà questa emergenza, lei potrà tornare a Firenze. Qual è la prima cosa che farà?
«Scapperò da New York per vedere mio figlio, prima di tutto, la Fiorentina, tutti i dipendenti, Joe, suo figlio. E li bacerò tutti, perché vorrà dire che l’emergenza sarà davvero finita».