Doveva essere uno dei talenti migliori della Croazia ma la sua carriera finora non ha rispettato le aspettative. 25 anni a maggio, due gravi infortuni al ginocchio destro e sinstro alle spalle, Marko Pjaca è a un punto morto. Da quel maledetto 28 marzo 2017 tutto è andato storto. 479 giorni senza calcare il campo. Dal valore di 18 milioni si è ridotto ad un terzo. Una fugace apparizione allo Schalke 04: sette presenze, due reti. La grande occasione del riscatto avrebbe dovuto essere con la Fiorentina. Accesissima rivalità sul campo, rapporti consolidati sul mercato dove Viola e Vecchia Signora intrattengono da sempre un simpatico rapportino. Pjaca è viola. Presentazione in pompa magna, la maglia numero 10 consegnata dalle mani sacre dell'Unico 10 Giancarlo Antognoni. Poco più di dieci presenze, una sola solitaria rete, a gennaio le voci di un passaggio al Genoa e Corvino che dice di aver rinunciato a de Paul per lui. A marzo l'ennesima tegola: salta il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, stagione finita, rilancio rimandato a data da destinarsi. L'opzione per il riscatto (20 milioni) resterà nel mondo delle idee. Per Pjaca un'opportunità svanita, per la Fiorentina un'altra meteora che si è ritrovata la maglia 10 addosso. Vedasi alla voce Nakata, Ruben Olivera, Santiago Silva, Eysseric, Boateng. Interpreti non degni seppur intervallati da Muti, Aquilani, Bernardeschi. Il periodo di appannamento di Pjaca è continuato anche dopo essere tornato a casa base. Nonostante tutto la Juventus ha deciso di rinnovare il suo contratto fino al 2023, Paratici crede ancora in lui. Per Pjaca da gennaio c'è l'Anderlecht con cui comunque ha già messo a segno una rete in tre partite. La speranza è che il croato sappia risorgere come fecero alcuni campioni del passato, Del Piero su tutti. C'è però anche il caso limite di Giuseppe Rossi che da questi traumi non si è ripreso più. Del resto questo genere di infortuni è sempre più diffuso anche nella Serie A. Demiral (Juventus), Ferrari (Sampdoria), Kouamé (Genoa poi Fiorentina), Malcuit (Napoli), Pavoletti (Cagliari), Radovanovic (Genoa), Zaniolo (Roma) sono stati colpiti. In generale il calcio vede un prevalenza di questi infortuni perché salti, torsioni, contrasti, cambi di direzione sono la norma ma anche perché negli anni è diventato uno sport basato ancor più sul dinamismo.
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BOATENG, Il mistero di un addio improvviso e silenzioso

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