Foto IG Lazio, Immobile
Foto IG Lazio, Immobile

L'attaccante della Lazio, Ciro Immobile, ha rilasciato una lunga intervista a il Messaggero. Ecco un estratto: “Sì, un po’ sono ferito da alcuni tifosi. Le reti le ritroverò. Il problema non è quello. Forse molti si dimenticano che, quando sono arrivato qui, nel 2016, non era come adesso. Non si sapeva nemmeno chi sarebbe stato l’allenatore. Adesso che facciamo la Champions mi vogliono parcheggiare fuori? Non mi sembra il massimo come riconoscimento. Ma io vado avanti, come ho sempre fatto”.

ARABIA? "È una soluzione che avevo preso in considerazione quest’estate quando era arrivata qualche offerta, poi però ho deciso di rifiutarla per la Nazionale e la Champions. Dopo un inizio di campionato così, qualche domanda me la sono fatta, specialmente dopo le critiche di alcuni, fortunatamente non tutti, che non hanno visto e apprezzato il gesto ma hanno subito presentato il conto. Questo mi fa male, anzi mi fa vacillare. E ora il mio pensiero non è più lo stesso di luglio. Alcuni giorni, quando ero più giù di morale, ho pensato “era meglio se me ne andavo”.

STOP? “È un infortunio particolare, già avevo sentito tirare la coscia nella partita con il Celtic. Ultimamente sono diventato esperto con gli infortuni (ride, ndr), mi sono reso conto subito che qualcosa che non andava. Per fortuna non è niente di grave, lunedì avrò un'altra risonanza, il muscolo andrà valutato di giorno in giorno”.

FIDUCIA DA ALLENATORE E PRESIDENTE? “Del mister sempre, ci parlo tutti i giorni e sono tranquillo. Per il presidente io sono un figlio, ci siamo sempre detti le cose in faccia. Quindi, quando arriverà il momento in cui io non riesco più a dargli quello che si aspetta, le nostre strade si divideranno”.

FINE CARRIERA ALLA LAZIO?  “In questo momento dico sì e no. Non vorrei rispondere al volo, ci sto pensando da un po' con la mia famiglia. Intanto devo tornare in forma e in campo al meglio. Una volta che ci sarò riuscito, potrò decidere davvero. Ora direi di no perché sono in un periodo negativo e sono infortunato, ma se avessi fatto 20 gol direi sì. Quindi la mia decisione non deve essere dettata dal momento. Sicuramente se prima ero convintissimo di rimanere a vita, ora lo sono un po' meno. Sono un po' ferito. Futuro? Sicuramente alla Lazio, ma non so in quale ruolo. Deciderà il presidente, mi troverà qualcosa, lui non metterà mai in dubbio tutto ciò che ho fatto. Io amo la Lazio. E si dice che più ami qualcosa e più ci rimani male ed è quello che sta capitando a me. Quello che ho sempre detto, e che mi dispiace, è che prima di valutare quello che viene fatto in campo, mi piacerebbe che la gente mi valutasse anche per quello che sono fuori, come uomo. Non ho mai detto una parola fuori posto, i tifosi della Roma quando mi incontrano per strada mi dicono ‘Non ti abbiamo mai visto fare una provocazione verso di noi’ e per questo mi rispettano. I veri laziali mi hanno sempre riconosciuto prima come persona e poi come calciatore, e lo abbiamo visto anche domenica pomeriggio. Anche qui in società hanno deciso di farmi capitano, non perché avessi più presenze, ma per il ruolo e le responsabilità che mi assumevo. Ci sono tante componenti che mi hanno spinto a dare tutto per la maglia che indosso”.

Si legge su LaLazioSiamoNoi.it.

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