Infermeria Fiorentina, Kouame, possibile rientro tra 15 giorni
Nelle pagine odierne della Gazzetta dello Sport è stata pubblicata un'intervista al Professor Andrea Gori, il direttore/responsabile malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in cui è stato esaminato il caso di Christian Kouame
Nelle pagine odierne della Gazzetta dello Sport è stata pubblicata un'intervista al Professor Andrea Gori, il direttore/responsabile malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in cui è stato esaminato il caso di Christian Kouame.
Con le cure corrette può tornare in campo tra 15 giorni
Come prima cosa il professor Andrea Gori ha chiarito come l'attaccante viola con le cure corrette potrebbe tornare in campo tra 15 giorni: "Ovviamente dipende dalla gravità della malattia e varia da soggetto a soggetto. In linea di massima, se trattata correttamente come sarà sicuramente per Kouame, nel giro di una settimana dovrebbe passare tutto. Bisogna aggiungere qualche giorno in più per recuperare del tutto: fra 15 giorni il giocatore dovrebbe rivedere il campo. Problemi nel lungo periodo? Se curata correttamente, come sarà in questo caso, no. Quando la malattia sparisce, lo fa del tutto..."
Il contagio
Il Dottor Gori tranquillizza tutti anche riguardo al problema del possibile contagio: "No, nessun rischio perché la malaria non si trasmette per contagio diretto ma soltanto attraverso le punture delle zanzare infette, che non sono presenti in Italia". Infine il Professore spiega come sia piuttosto comune per i giocatori africani contrarre la malattia quando, provenienti dall'Europa, tornano nel loro paese d'origine: "E’ un problema molto diffuso. Succede spesso che le persone africane quando tornano al loro paese di origine contraggano questa malattia. Questo perché quando vengono in un Paese indenne dalla malaria, come ad esempio l’Italia, loro sono protetti: l’hanno fatta due, tre, quattro volte da bambini e il loro fisico ha sviluppato l’immunità. Il problema è che dopo qualche anno questa immunità svanisce e il corpo ritorna nuovamente vulnerabile. Così quando vengono punti dalla “famosa” zanzara la riprendono. L’avvertenza vale dunque per tutti: prima di partire per i Paesi a rischio serve fare la profilassi, solo così ci si può proteggere dalla malaria".