L'ex viola David Pizarro è intervenuto ai microfoni di RTV38, parlando anche di Fiorentina. Queste le sue parole: "Sono stato benissimo quei 3 anni a Firenze, siamo riusciti a fare una squadra di scartati che non servivano, ma poi abbiamo fatto una bella cosa". Come è nata la svolta mentale per diventare regista da trequartista? "Venire in Italia necessita un po' di tempo per l'adattamento. Sono grato alla famiglia Pozzo che mi ha concesso tutto quanto necessario perché in Sudamerica a livello tattico siamo un po' indietro. La mia storia è simile a quella di Pirlo, poi con Spalletti sono migliorato in tutti i sensi". Un centrocampo di grandissima qualità alla Fiorentina. "Noi eravamo una squadra corta. L'unica maniera di difendere era avere la palla nella metà campo avversaria ed è quello che le mie squadre facevano. Spalletti impostava la partita nel campo avversario, ma anche Montella. Con Zeman invece non potete capire che preparazione ho fatto". I registi ormai sono più i difensori centrali. "E' un peccato. Per come conosco il palato fiorentino per loro è un problema perché vogliono vedere un bel calcio. A me dispiace, ma vedo più atletismo e poco giocare a pallone". Pulgar etichettato come il nuovo Pizarro. Lo sta un po' pagando? "La differenza tra me e lui è che io sono nato trequartista, mentre lui difensore centrale. C'è una grande differenza per come vediamo il gioco. La mia Fiorentina aveva una grossissima personalità, erano giocatori scartati dalle squadre e volevamo fare la nostra figura e ci siamo riusciti. La personalità è quella di volere la palla nei momenti di difficoltà ed è lì che contano certi giocatori". Un regista che le piace in particolar modo in Italia? "A me piace tanto Locatelli che poi è molto più alto e fisicità. Ha veramente un grande potenziale, ai miei tempi c'era Pirlo, Xavi, Xabi Alonso... Era un altro tipo di giocatore. Quello che piaceva a Spalletti era creare la superiorità numerica". Video saluto da parte di Luciano Spalletti: "Per offrire uno spettacolo a livello di squadra, il regista è fondamentale. Io sono stato fortunato con il Pek ad organizzarmi il gioco, riusciva a guadagnarsi la fiducia e il rispetto di tutti i compagni di squadra. Aveva grande personalità, grandissima abilità tecnica nello stretto, nell'angusto, portava palla in una direzione e con il piede sopra invertiva senso di marcia in mezzo secondo spostando tutta la tribuna. Passare dove c'era lui non era facile, non conosceva la resa. Era sempre online e teneva sempre la squadra connessa. Grazie Pek per quello che ci hai dato come amanti del calcio e a me come allenatore". La risposta di Pizarro: "Non potete capire l'inizio, quante litigate... Fisicamente mi potevano pestare, ma a parole non stavo mai zitto (ride, ndr). Lui arrivò e mi chiamò "Piccoletto" come soprannome suggerito da Sensini... L'inizio fu complicato". Cosa manca alla Fiorentina? "Se andiamo a vedere i nomi della squadra si deve fare molto di più. Ci sono le difficoltà dovute al cambio di società e di allenatore, però c'è qualcosa che non riesce a far scattare quella luce, ho visto fare partite importanti come contro il Milan, ma contro quelle meno blasonate fa una figura che ti viene a noia di vederla con tutto il rispetto. Sinceramente non so se manca il gruppo, la personalità, la voglia o i tifosi. Non mi spiego perché non hanno fatto di tutto per riprendere la strada giusta che avevamo imboccato". Qual è il suo giudizio su Amrabat? "Per fare il regista bisogna i********i con i centrali perché se cominciano a buttare la palla io non faccio niente. Il ragazzo ha potenziale però per me è più offensivo". Torreira è un regista? "Secondo me no. Lui assomiglia molto a Gargano, è molto disordinato, segue la palla. Un regista deve fare tutt'altro". Bennacer in quel ruolo sta facendo bene. "Sai che per noi contano molto i movimenti che si fanno davanti. A me piace Villar, ha una tipologia di gioco importante e di qualità, ma gli manca il lancio di 60 metri. E' tutto uno-due, ma non avanzi mai". Ha potuto giocare insieme a Rossi. Quanto valeva? "L'unico rimpianto di Pepito è che è stato molto sfortunato per quanto era forte, soprattutto come ragazzo". Come vede il ritorno di Borja Valero alla Fiorentina? "Voglio fare una domanda a voi. Lui sta male o non ce la fa a giocare? Nel senso che è tornato, ma per fare spogliatoio? Con le difficoltà che ci sono alla Fiorentina non lo vedrei male, l'età passa per tutti, ma è molto intelligente. Mi aspettavo che giocasse di più, ma ci sono dinamiche che sono completamente diverse a prima". Da dove partirai ad allenare? "Mi piace tantissimo la parte giovanile. In Sudamerica c'è tanto lavoro da fare, sono tutti bravi... Se alzi una pietra escono 10 giocatori, ma mi piacerebbe insegnare la mentalità". C'è qualche cileno oggi che la ispira? "Dopo Alexis, Vidal, Medel e quella generazione lì si vedono tempi molto molto bui per il nostro calcio e non c'è nessuno quindi". Le piace Vlahovic? "Mi piace, ma deve controllarsi di più. Non è tutta una lotta, ha una fisicità importante, ma Lukaku e Zapata sanno utilizzare la loro forza e si aiutano con quella. A me dà tanto fastidio vedere calciatori che zittiscono quando segnano... A me mandavano al supermercato". Quali sono i suoi ricordi di Firenze? "Emma è nata lì, ormai sono legato a vita, abbiamo amici e quando si potrà verrò a trovarli. Oggi siamo in zona rossa e non si può uscire, ma un giorno...". Cosa pensa della crisi del calcio italiano? "L'Italia ha una grandissima storia dietro, magari bisogna tornare alle vostre radici. Come cileno vorrei la vostra storia, tutto inizia da lì. Se torniamo agli inizi, si comincia a vincere. Poi servono i calciatori di personalità che come gruppo hai bisogno tipo Ibrahimovic e Sergio Ramos". Le piace Ricci dello Spezia? "Ricci lo conosco, giovanili della Roma. Mi piace tanto, ma il telefonino deve farlo riposare un po' di più". Infine chiede ai giornalisti presenti: "Ma Spalletti non può allenare la Fiorentina? Si è riposato abbastanza, a me farebbe molto piacere".
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