Ancora Saponara: "Trofei? Cominciamo a crederci. Jovic uno dei più forti. Su Italiano.."
Riccardo Saponara ha continuato la sua intervista ai microfoni del Pentasport di Radio Bruno
Il centrocampista della Fiorentina, Riccardo Saponara, ai microfoni de il Pentasport di Radio Bruno, ha proseguito nella sua intervista dove ha toccato molti temi: dal campionato alle coppe, fino al ruolo ricoperto in campo.
Sulla posizione in campo: "Ho iniziato a far l'esterno a Lecce con Liverani, lui mi spostò a sinistra senza chiedermi grandi cose, è mi è venuto naturale. Si trovano spazi diversi rispetto al centro del campo. Non ho le caratteristiche dell'esterno puro, ma credo di aver sviluppato una capacità che può essere funzionale al gioco di squadra, e lo faccio con piacere. Mi sono anche riciclato, il ruolo del trequartista è delicato".
Su un possibile trofeo: “Non ci pensavo. Con la consapevolezza che abbiamo guadagnato ora ci pensiamo. Sarebbe un sogno, e sappiamo di potercela giocare sia in Europa che in Coppa Italia. Crederci è giusto”.
Sul Lech Poznan: "Ogni squadra ora è di alto livello, o non sarebbe a questo punto. La gara sarà durissima, anche se non li conosciamo benissimo".
Sul periodo difficile: "Il Presidente è stato sempre encomiabile, si è sempre schierato dalla nostra parte. Abbiamo sempre accettato fischi e critiche, anche se con rammarico. Ritrovarci da capo ci ha fatto molto male. Ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo continuato a credere in noi, ritrovando certezze".
Su Astori: "Non so se sono arrivato a ciò che era Davide, un punto di riferimento per tutti noi. Ho un carattere introverso e tendo a centrarmi meno nelle situazioni, magari preferisco incidere più nell'ombra. Ma io punto al suo esempio, una figura di quel tipo ti dà tanto e cerco di essere un consigliere, un amico e per i compagni".
Su Sottil: "Con lui ci siamo ritrovati in camera insieme e ho cercato di aiutarlo di più. Lo vedo molto cresciuto, lo lascio più perdere. Magari chi arriva da campionati diversi e hanno bisogno di ambientamento, e cerco di abbattere la barriera culturale. Siamo tanti italiani quest'anno, e ho cercato di aiutare gli stranieri".
Su Cabral e Jovic: "Il serbo ha indiscusse qualità, ha trovato qualche intoppo anche fisico. Ma è uno dei più forti e tecnici con cui ho giocato, e le sue doti si sono viste. Cabral invece ha tanto da mostrare e deve convincersi dei suoi mezzi. Abbiamo visto gol suoi che non sono normali. Deve trovare la giusta convinzione, ma ora sta crescendo. E abbiamo un giocatore molto diverso".
Su Italiano: "Mi dice di giocare semplice, ma sono cose istintive che mi vengono naturali. A volte becco il cazziatone, a volte le giocate mi vengono e vado a rinfacciarglielo (ride, ndr). Lui con me è esigente, vuole che parta forte da subito, a volte ci sono rimasto male per alcuni rimbrotti nell'intervallo ma so quanta stima ha di me e lo prendo solo come uno stimolo".