Nuovo estratto dell'intervista a Gaetano Castrovilli sulla Gazzetta dello Sport: Sull'esordio in campionato: «L’esordio in A contro il Napoli, non ci credevo neppure. Il gol a San Siro contro il Milan: un’emozione indescrivibile segnare alla Scala del calcio. La prima convocazione e l’esordio in Nazionale maggiore. Non avrei potuto chiedere di più alla mia prima stagione in A». Sulla flessione nel finale: «Credo sia quasi fisiologica, dopo tre mesi di inattività. Giocando con temperature altissime ogni tre giorni è impossibile essere al top della forma. Nelle ultime gare è andata decisamente meglio però: è stato un peccato perché prima dello stop forzato stavo davvero bene». Su quanto manchi per lottare per l'Europa:«Credo non molto. Anche quest’anno abbiamo fatto un finale in crescendo e sono certo che con un po’ di esperienza in più e qualche innesto potremo fare davvero bene. Non dimentichiamoci che l’anno prossimo con noi avremo di sicuro Amrabat e Kouame: davvero ottimi calciatori». Su Chiesa: «Sono cose che non possono competere a me. Sono scelte personali di Federico e della Fiorentina. Io posso solo dire che Fede è un grande calciatore oltre che un ottimo ragazzo». Su cosa ha rubato a Ribery: «A Franck bisognerebbe rubare tutto... (ride, ndr). Di sicuro l’attaccamento al lavoro, l’abnegazione assoluta in allenamento e partita. Poi lui ha una capacità di saltare l’uomo e mandare in porta il compagno impressionanti». Sulla Nazionale e l'Europeo:«Beh, chi non lo sognerebbe? Avrò a disposizione un anno in più per fare del mio meglio e dimostrare a Mancini di poter essere utile alla causa. Spero di esserci, ma so che non sarà facile: l’Italia ha un centrocampo davvero di altissimo livello, la concorrenza è tanta». Su Iachini: «Certo, felicissimo. Il mister ha lavorato sodo in un momento molto difficile e delicato, ci ha aiutato tanto e ci ha trasmesso dei valori importanti. Penso che insieme a lui potremo continuare a crescere. Il Presidente Commisso ha dimostrato ancora una volta di dare grande valore al lavoro che le persone fanno e all’impegno che ci mettono».
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