Emiliano Viviano, ex portiere della Fiorentina, è intervenuto TMW Radio per parlare di questo momento senza calcio per l'emergenza Coronavirus. Così Viviano: "Come la sto vivendo a Brescia? Insieme a Bergamo abbiamo vissuto una tragedia. La situazione è drammatica, poi la provincia di Brescia è enorme. La zona più colpita è quella che va verso Cremona. Non credevo che potesse essere così grave, sembrava che fosse sotto controllo, sentendo anche le Istituzioni. Purtroppo so di persone che sono morte o che attualmente stanno male ma che non avevano patologie pregresse. Anche nel mondo del calcio abbiamo vissuto del presidente della Pergolettese, morto per questo virus. Non si riesce ancora a capire come aggredisce questo virus. L'unica cosa da fare è rimanere a casa. Io ormai ho perso il conto di quanto sono chiuso qui. Sono uscito solo una volta in due settimane. Questa zona è già poco frequentata, ma è tutto deserto. Lascerà il segno? Secondo me se lo ricorderanno i bergamaschi e i bresciani. Tutto dovranno fare i conti di quello che è successo. Sono rimasti soli qui, abbandonati, non consigliati. Nel nostro Paese ci si scorda tutto, ma qualcuno dovrà farei conti poi. Ripartire con il calcio? Più che paura, c'è da vedere se c'è necessità. Al momento pensare al calcio è impossibile. Pensare al futuro del pallone ora, detto da chi vive per il calcio, non è concepibile. Finire il campionato? Ognuno porta acqua al proprio mulino. Bisognerebbe far quadrato tutti e capire cosa è meglio per tutti, non solo per pochi. Quando muore la gente, si pensa ad altro. Mi viene da piangere a pensare a queste discussioni".
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