Enrico Gutili, allenatore di Christian Kouame alla Sestese durante la stagione 2013/2014, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di FiorentinaUno.com per parlare proprio del nuovo attaccante di casa viola:  Quali sono state le prime difficoltà iniziali di adattamento che ha riscontrato Kouame?  “Christian arrivò da noi insieme ad altri due ragazzi più piccoli, appena arrivato ebbe difficoltà a livello linguistico perché venendo dalla Costa D’Avorio sapeva il francese e qualche piccola parola di inglese, però mi ricordo che fu molto veloce ad apprendere anche l’italiano, ed infatti nel giro di poche settimane arrivò a capire la lingua e a farsi capire. Da questo punto di vista fu molto sveglio e bravo a migliorare un aspetto che nel calcio è molto importante”. Come era il Kouame calciatore a 16 anni? “Ragazzo solare col sorriso stampato e molto educato. Aveva grandi qualità fisiche, grande frequenza di passo ed un elevazione superiore alla media, oltre ad essere tecnicamente bravo. Il suo difetto principale è sempre stato il rapporto col gol, davanti alla porta era poco concreto e difficilmente segnava, nonostante creasse numerosissime occasioni ogni partita. Inizialmente visti i problemi di transfert per farlo giocare con la prima squadra organizzammo molte amichevoli proprio per testarne le qualità e fu proprio in queste partite che capimmo che il suo problema principale era la freddezza sotto porta. Con il tempo invece si è migliorato molto grazie al lavoro fatto su di lui nei settori giovanili di Prato, Sassuolo, Inter e Cittadella”. Al di là del rettangolo di gioco che ragazzo è? “Dal punto di vista del comportamento fuori dal campo è sempre stato esemplare, non è mai arrivato in ritardo e non ha mai fatto una polemica anzi aveva sempre una gran voglia di allenarsi. Per il periodo trascorso da noi ha vissuto a casa del presidente della Sestese che lo aveva praticamente adottato come un figlio ed era solito mangiare al ristorante della società”. Ha un aneddoto particolare da raccontarci? “Mi ricordo che durante una partita giocata da titolare fuori casa dopo qualche occasione di troppo sbagliata davanti alla porta lo ripresi all’intervallo negli spogliatoi alzando anche la voce e lui, come mi raccontarono i suoi compagni una volta usciti, appena io andai fuori dalla stanza si mise a piangere. Questo per far capire la sensibilità del ragazzo, in molti magari se ne sarebbero fregati”. Si aspettava facesse una carriera di questo tipo? “Chiaramente capimmo che aveva qualcosa in più rispetto agli altri anche perché per l’età che aveva( 17 anni n.d.r) giocava già in una categoria importante come l’Eccellenza. Se però devo essere sincero non pensavo potesse arrivare così in alto soprattuto per via della sua poca lucidità sotto porta. Migliorato questo aspetto ha fatto il salto di qualità ulteriore che gli ha permesso di arrivare ai massimi livelli del nostro calcio. Sono comunque molto contento per lui perché è un ragazzo come detto solare, disponibile ed educato”. Come giudica il suo acquisto da parte della Fiorentina e in cosa deve crescere ancora per fare il definitivo salto di qualità? “Un acquisto importante e di prospettiva per la Fiorentina anche perchè ha già dimostrato di potersi ritagliare uno spazio importante in Serie A. Sicuramente è un giocatore che ama attaccare lo spazio ed è molto pericoloso sotto il punto di vista aereo. Per fare l’ulteriore salto di qualità per me deve credere ancora di più in se stesso anche perché è un ragazzo che si è sempre messo in discussione e che voleva migliorare in ogni allenamento, mantenendo questa caratteristica diventerà uno dei migliori nel suo ruolo”.
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