5 anni a Firenze, in bacheca una Supercoppa ed una Coppa Italia, curriculum non esattamente identico a chiunque abbia vestito la maglia Viola. A Firenze tocca con mano anche un'atroce retrocessione poi colmata dai due trofei successivi. Daniele Carnasciali, una vita da terzino ed oltre 140 presenze con la maglia della Fiorentina sulla pelle. Per lui anche due gettoni in Nazionale ed in A le maglie di Bologna e Venezia. L'ex difensore ha parlato con noi in esclusiva raccontandoci il sapore della vittoria a Firenze e gli anni trascorsi a difendere il club gigliato:

Daniele, si è specializzato in qualcosa di particolare nei tanti giorni di quarantena? "Sicuramente sono tornato a fare cose che magari non facevo negli ultimi anni, ho sistemato casa con un po' di lavori. Ho rifatto alcune camere, le ho verniciate. Diciamo che il tempo non mancava". Lei è uno dei giocatori nel ristretto albo dei vincitori a Firenze. Che sapore hanno quei due trofei? "Quando vinci in una squadra non così abituata a farlo le soddisfazioni sono doppie, chiedete alla Juventus invece se sono contenti ogni anno di vincere lo scudetto. Non si accontentano perché vorrebbero la Champions, se la Fiorentina dovesse vincere un campionato invece non voglio immaginare cosa potrebbe succedere". Cosa si porta dentro di quelle coppe? "Non dimenticherò mai quando abbiamo vinto la Coppa Italia a Bergamo ed al nostro rientro a Firenze alle 4 di mattina c'erano 30mila persone ad accoglierci. Non ho visto scene simili da tante altre parti". Adesso invece non si può neanche giocare. Il presidente Cellino ha detto che l'Italia avrebbe aspettato fino all'ultimo la scelta della Merkel per decidere qualcosa... "Mi sembra assurdo che si debba guardare in casa degli altri, i nostri interessi dobbiamo gestirli noi. Prima di tutto, in caso di ripartenza, dobbiamo salvaguardare la salute e non gli interessi. Prima del calcio mi auguro che ripartano parrucchieri, bar, ristoranti e chiunque non stia lavorando. Tutti dobbiamo mangiare, ai calciatori stare qualche mese senza stipendio non cambia niente". Una questione che si porta avanti a Firenze da tanti, forse troppi anni, è quella legata allo stadio. Cosa ne pensa? "Purtroppo non si riesce a capire che senza stadio di proprietà non si può fare il salto di qualità. Non so di chi sia la colpa, se della società, del comune o di chiunque altro. So che il problema è generale, serve fare qualcosa per velocizzare questo procedimento". Mentre era a Firenze ha rifiutato offerte di club come Inter e Lazio. Si è mai pentito? "No perché reputavo la Fiorentina come una delle società più importanti in Italia, lo penso ancora oggi. Lo dimostra il fatto che poi abbiamo vinto dei trofei. L'unico rimpianto che ho è quello della retrocessione, mai e poi mai me lo sarei immaginato". Tra i terzini di oggi in Serie A si rivede in qualcuno? "E' difficile da dire, nel mio ruolo prima si pensava a difendere e poi ad attaccare. Oggi è il contrario, anche se credo che mi sarei trovato bene così come tanti miei compagni. Batistuta oggi farebbe esattamente i  20-30 goal a stagione che faceva prima". Pensa che la Fiorentina riuscirà a tenere i giocatori di maggior valore anche per il prossimo anno? "Mi piacerebbe vedere Chiesa e Castrovilli a Firenze anche il prossimo anno, però temo che qualcuno possa partire. Non tanto perché la Fiorentina vuole vendere ma per i ragazzi che magari vogliono sposare progetti e contratti diversi".   di Vincenzo Pennisi  
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