A.Beatrice: "Chiediamo giustizia per mio padre ormai da 36 anni"
Alessandro Beatrice, figlio di Bruno Beatrice, ha rilasciato un'intervista per parlare del padre
Alessandro Beatrice, figlio di Bruno Beatrice, ex calciatore della Fiorentina morto prematuramente per una leucemia linfoblastica acuta, è intervenuto a TMW Radio, durante Maracanà, per parlare proprio del padre: "Sono 36 anni che chiediamo giustizia. Nel 75-76 mio padre era alla Fiorentina, dietro le direttive di Radice, finiti gli allenamenti, fonti veritiere come il medico sociale dell'epoca, continuava a fare scatti ancora per un ora. Questi però gli hanno portato la pubalgia. C'erano due soluzioni ai tempi: o degli impacchi caldo-umidi e riposo, oppure per accelerare tutto intervento. Dopo Radice subentrò Mazzone, c'era bisogno di Beatrice in campo e si pensò ad una pazzia, che allora ritenevano efficace ma che in realtà non lo era. Gli fecero fare i raggi per quasi tre mesi, per più di 40 minuti un giorno sì e un giorno no. basta un solo raggio per far impazzire la cellula, pensate cosa può essere successo con raggi continui per tutto quel tempo. Lui tornò in campo ma al momento che non vinsero la seconda Coppa Italia, fu venduto, perché c'era il rischio che tornasse la pubalgia. Il male venne fuori poi 10 anni dopo, nel 1985. Delle relazioni hanno confermato che c'è la correlazione tra queste pratiche e il male che ha colpito mio padre". "Parlano molto di Micoren. E' un farmaco che stimola il sistema nervoso centrale, da lì possono derivare alcune malattie come SLA, Parkinson. Che sia stato bandito dopo non mi interessa. Perché i medici davano certi medicinali ad un atleta con un fisico perfetto. Il doping è un abuso di farmaci. E' stata somministrata roba che sapevano cosa poteva provocare". E ha annunciato: "Dal PD mi è arrivata la proposta, si sono fatti carico di presentare una mozione per la costituzione di una Commissione parlamentare d'indagine relativa al caso Beatrice e non solo per fare chiarezza su queste morti sospette".