Raffaele Palladino foto Facebook ACF Fiorentina
Raffaele Palladino foto Facebook ACF Fiorentina

La vittoria contro il Milan potrebbe aver rappresentato un crocevia importante di stagione per la Fiorentina di Raffaele Palladino. L'inizio complicato, la difesa a tre; poi il cambio modulo, il passaggio alla difesa a quattro e i tre punti conquistati contro i rossoneri. 

La sensazione è che dà questo momento in poi si possa essere aperto un nuovo ciclo, così come evidenziato anche dall'edizione odierna del Corriere dello Sport. Il quotidiano evidenzia quale sia la vera differenza tra la Fiorentina di Italiano e quella di Palladino, soffermandosi più un aspetto concettuale che di gioco.

Di seguito quanto riportato dal quotidiano: 

L'inizio di Palladino alla Fiorentina

Che l’era Palladino fosse iniziata nel segno della discontinuità rispetto al triennio Italiano lo si era intuito dalla ‘tabula rasa’ fatta dopo la finale di Atene. Il nuovo ciclo sembrava potesse subito distanziarsi da quello precedente per una svolta tattica forte, dalla difesa a quattro alla linea a tre, invece la differenza Italiano-Palladino è più concettuale.

Commisso e Palladino
Palladino e Commisso (CREDITI ACF FIORENTINA)

Le gerarchie sono cambiate: chi sono i nuovi senatori?

Prima la priorità andava alla filosofia di gioco, un modo di interpretare le partite in maniera fissa, con qualche piccola variabile. Adesso invece le idee sono al servizio dei singoli, e non viceversa: l’ex Monza ha riportato al centro loro, i giocatori. 

Con alcuni di loro ha instaurato subito un rapporto costante, basti pensare a Moise Kean. Ha trovato, all’interno dello spogliatoio, singoli su cui puntare, azzerando le gerarchie. Dodo, Comuzzo, Ranieri, Cataldi i suoi nuovi leader, futuri senatori della Fiorentina che verrà. 

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