Il mondo del calcio dovrà metabolizzare la scomparsa di Diego Armando Maradona: il più grande calciatore della storia. Scrisse innanzitutto quella del Napoli, ed intrecciò numerosi destini, infiniti sguardi e bocche, che ammaliati e spalancate, affermeranno a più riprese, quando avrà ormai appeso gli scarpini al chiodo, l'assoluta superiorità tecnica, quasi magica, dello stesso Pibe de oro. La Fiorentina è una delle tante ammiratrici di Diego, e fu il più grande dolce ostacolo della gloriosa cavalcata che avrebbe portato i partenopei alla vittoria del suo storico primo scudetto. La viola guidata da Giancarlo Antognoni fu l'unica compagine a fare bottino pieno contro i partenopei nel corso del girone d'andata di Serie A, ai danni degli uomini di Ottavio Bianchi.

All'Artemio Franchi, Maradona siglò la rete del vantaggio, ma le sorti della partita illusero i partenopei, ormai abituati a stendere qualunque squadra. La viola non si arrende, macina gioco a testa bassa e ne segna addirittura tre: risultato in cassaforte e bottino pieno contro coloro che vinceranno lo scudetto. Quella gara aiutò molto il Napoli, che dopodiché ebbe un momento di forma incredibile, fino al secondo ed ultimo scontro, al girone di ritorno, proprio contro la Fiorentina. 

Quest'ultima proverà in ogni modo a fare lo sgambetto alla compagnia di Maradona al San Paolo, ma una sconfitta dell'Inter del Trap sul campo dell'Atalanta garantirà ai campani la sicurezza matematica della vittoria del campionato di Serie A. Un pareggio accontenterà la maglia viola e la maglia azzurra: un'intera città in festa si tingerà di quest'ultimo e porterà sempre nel suo cuore, nel vento dei decenni, la favola di una squadra umile e genuina che riuscì a battere le grandi del nord che monopolizzavano la vetta del calcio italiano.  

POST PARTITA, Gotti: “Avremmo potuto segnare nella prima ora di gioco. È stata una gara diversa da quelle di Serie A”
RASSEGNA STAMPA, Le prime pagine dei quotidiani sportivi di oggi

💬 Commenti