Prandelli non abbassa la guardia e va ancora a caccia della continuità. Intanto si apre il dibattito sul mercato e sul tema “programmazione”....
Prandelli tiene tutti sull’attenti, non sono ammessi cali di tensione perché ancora la situazione di classifica non lo permette. Questo è il messaggio fatto passare con forza dal tecnico gigliato nella conferenza stampa di viglia di Torino-Fiorentina di ieri. Probabilmente l’allenatore lombardo ha avvertito (complici anche i due arrivi dal mercato ossia, Kokorin e Malcuit) troppo ottimismo e un po’ troppa leggerezza alle porte di un match che invece lo stesso Prandelli ha definito delicatissimo per la lotta salvezza.
Nella conferenza stampa di ieri non c’è stato però solamente il messaggio volto a mantenere alta la soglia dell’attenzione in casa viola, ma anche tanto mercato e soprattutto tanto futuro. Futuro sia in termini personali, con Prandelli che ha rimesso nelle mani di Commisso la scelta in merito ad una continuazione del rapporto con la Fiorentina (il tutto ovviamente in un clima che sembra essere il più costruttivo e disteso possibile) e futuro in termini più generali con l’ex C.T della nazionale italiana che ha suscitato un certo stupore quando ha utilizzato il termine programmazione collegandolo agli acquisti fatti in questa sessione invernale dalla dirigenza gigliata.
Proprio in merito a questo tema è interessante approfondire nel dettaglio perché cozzino tra di loro i profili dei giocatori appena arrivati a Firenze e il termine programmazione. Partiamo dall’ultimo dei due che si è aggregato alla squadra in ordine temporale ossia Malcuit. La questione in questo caso è molto semplice, la formula stessa infatti con cui il terzino francese è approdato alla Fiorentina, cioè quella del prestito secco, non può far intravedere per il futuro l’idea di puntare con decisone su un ragazzo che, tra pochi mesi, rientrerà nell’organico del Napoli. In poche parole non è su un giocatore che avrai a disposizione per pochi mesi che puoi pensare di programmare. Discorso differente, ma comunque sia analogo per il contrasto con il concetto di programmazione, è quello legato ad Aleksandr Kokorin. L’attaccante russo infatti è si arrivato a titolo definitivo e non in prestito secco, ma essendo un classe 91’ e andando dunque per i 31 anni non può essere di certo un giocatore sul quale programmare un futuro a medio lungo termine, piuttosto un elemento dal quale attendersi una mano nel concreto e soprattutto nell’immediato.
Resta poi il contorno della situazione in casa Fiorentina che lascia ulteriori dubbi in merito a quanto detto quest’oggi da Prandelli, visto che il direttore sportivo gigliato Daniele Pradè sembra essere tutt’altro che saldo a capo della direzione tecnica del club gigliato. Il ds viola si è infatti detto contento di lavorare per il club di Commisso ma allo stesso tempo con la frase “Ci sarà il momento opportuno per parlare della situazione” ha lasciato più di un dubbio in merito al proprio futuro. Insomma tanti fattori che fanno pensare come a Firenze sembra che si continui a navigare a vista piuttosto che a programmare, con la speranza come al solito di essere smentiti dai fatti...
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