Francesco Vaia, direttore dell'ospedale Spallanzani, ha parlato in esclusiva al Corriere dello Sport. Ecco alcune delle sue parole:
L’altro giorno ha partecipato al vertice in call con tutte le componenti dello sport.
«E alla domanda che è venuta fuori, “cosa succede se un calciatore viene trovato positivo?”, ho risposto “piano, come consideriamo la popolazione sportiva? Alla stregua degli operatori sanitari?”. In questo caso, se trovo un operatore sanitario positivo, non sospendo tutti dal lavoro. Ma metto immediatamente sotto sorveglianza sanitaria il personale venuto a contatto con il positivo, test e tamponi. Per inciso, le regole che abbiamo seguito allo Spallanzani ci hanno permesso di registrare zero positività su un migliaio di operatori. Il nostro è un protocollo di saggezza. Parliamo del calcio, e ribadisco che sono favorevole alla ripartenza degli allenamenti con le prescrizioni che abbiamo elencato. In primo luogo sono necessari i test sierologici, nel caso in cui si evidenziano delle alterazioni dell’IGG si passa al tampone. La sequenza dei tre test, sierologico e tampone, ha dato risultati eccellenti, abbiamo individuato i positivi e quelli che avevano sviluppato gli anticorpi. È chiaro che chi nel club non è direttamente interessato all’attività agonistica dovrà limitarsi allo smart working. Ma nel protocollo sono contemplate tutte le situazioni, le soluzioni, incluse ovviamente le eccezioni. Io non sto né di qua, né di là. Resto un ottimista, un cauto ottimista. Soprattutto se la gente continua ad applicare con serietà e serenità le regole di buonsenso che ci siamo imposti. Dal mio osservatorio Spallanzani, Roma e Lazio, i numeri ci hanno dato ragione. Abbiamo appena inaugurato un reparto ad alto isolamento, 40 posti letto a pressione negativa dove il rischio infezione è zero. Una struttura unica».