Oggi bomba di mercato dalla Turchia: Fatih Terim tra i favoriti per la panchina viola della prossima stagione. Davvero? Saranno in pochi i tifosi soddisfatti, qualora questo rumor di mercato dovesse concretizzarsi. Dopotutto, un allenatore (nonché ex giocatore) che ha vissuto la sua esperienza calcistica al 99% in Turchia, non ha mai davvero assaporato il calcio europeo. Per di più si tratta di un campionato "minore", che fa da ponte tra le leghe maggiori (Serie A, Liga, Premier League e via dicendo) e le leghe minori dei paesi europei calcisticamente poveri. Certo, Fatih Terim è un usato sicuro, ma ricordiamoci che lo era anche Prandelli (anch'egli allenò il Galatasaray, e quasi pensavamo fosse finito dai radar). Stagione 2000-2001: difficile nono posto per la Fiorentina, e ora la società prova a ritesserare il suo vecchio allenatore, che da vent'anni circa ha allenato solamente il Galatasaray e la nazionale turca a fasi alterne. La sua dimensione è dunque "locale"; la sua parentesi in Italia, breve. Al Milan è durato qualche mese, e i risultati raccolti erano al limite. La scelta di (anche solamente) considerare Fatih Terim per la panchina è una mancanza di ambizione nonché un rischio, perché abituato ormai a rimanere nella sua terra, nel suo campionato, nel suo Galatasaray e nella sua nazionale. Pare ovvio che abbia trovato (senza cercare altrove) la sua dimensione: la penisola anatolica, ricca di tradizioni, tra cui non compare tuttavia il calcio dei campioni e degli allenatori alla Guardiola.  A quanto pare Gattuso e De Zerbi hanno scoperto la magica tecnica dell'invisibilità, e vorrei umilmente delle lezioni.
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