Superlega, messa alle corde
Continua la battaglia tra Uefa e Superlega, che presto però potrebbe affondare definitamente la nascita della nuova competizione
Due dichiarazioni di fonti molto qualificate fanno una prova, la Superlega è all'angolo. Il verdetto della Corte di giustizia dell’Ue, è atteso per le prossime settimane.
A confermarlo sono stati due ex giudici della Ue: “Non c’è assolutamente alcun motivo per ritenere che le regole Uefa non rientrino nell’ambito della libertà di organizzazione di cui godono le associazioni sportive e riconosciuta dal Tribunale. Si è espresso con un’opinione abbastanza forte e fermamente a favore dell’Uefa e del modello europeo". Poi continuano: “Sarà un viaggio di solo andata se qualcun altro vuol farsi la sua Superlega, incorrendo nelle sanzioni per la partecipazione a tornei esterni”.
Parole dunque che stendonoi club che ancora credono al progetto: Real Madrid, Barcellona e Juventus.
Siamo alla resa dei conti, da una parte l’accelerazione dell’A22, la società che ha rimodellato il progetto Superlega, introducendo l’abolizione di membri permanenti e l’allargamento del numero delle partecipanti. E soprattutto sottolineando la necessità di una competizione più equilibrata, con le grandi proprietà vincolate sul serio a parametri oggettivi di sostenibilità. Dall’altra l’Uefa che ha definitivamente battezzato la sua Champions allargata al via dal 2024 e il solito governo britannico che ha addirittura varato un ente regolatore autonomo per proteggere la Premier League.
Ultimo dettaglio ma non per importanza, c’è poi il nemico storico dell’operazione: Javier Tebas, gran capo della Liga spagnola. Che ha scritto proprio sulla Gazzetta di «un nuovo colpo di stato». La divisione in quattro serie riserverebbe il campionato top alle solite note, ecco le sue parole: “Vogliono fregare il calcio, la Superlega è il lupo cattivo”.