Foto di Giacomo Morini ©
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In esclusiva a calciomercato.com ha parlato Alfred Duncan. Ecco le sue dichiarazioni:

Atalanta? "Noi stiamo lavorando al massimo, come sempre. L’obiettivo è quello di cercare di giocare ogni partita per vincere, poi è chiaro che ci sono anche gli avversari e non dipende solo da noi ma proveremo, in ogni modo, a dare continuità di risultati e prestazioni".

Cosa è successo contro la Lazio? "Sono incidenti di percorso che possono capitare, siamo una squadra giovane che ha iniziato un percorso solo da qualche mese. A volte possono succedere errori che pregiudicano una partita ma penso che, comunque, il passivo sia stato eccessivo per la partita che avevamo fatto".

Coppa Italia? "Io credo che sia un sogno, è chiaro che ci sono squadre che lottano per obiettivi diversi dai nostri e quindi, sulla carta, sono superiori. Noi abbiamo vinto, contro ogni pronostico, a Napoli e Bergamo, e per giunta in inferiorità numerica, proprio per questo continuiamo nel nostro sogno ma non abbiamo assilli di nessun tipo".

A centrocampo devi fare i soliti movimenti di Maleh e Castrovilli. Cosa dice Italiano? "Una delle grandi doti del Mister è proprio quella di far sentire tutti coinvolti, tutti parte integrante di un gruppo solido. Ognuno ha compiti diversi a seconda delle proprie caratteristiche, noi cerchiamo di fare quello che il Mister ci chiede e di farci trovare sempre pronti, la nostra è una concorrenza davvero sana che fa bene a tutti".

Come ruolo, qual è la tua evoluzione futura? "Onestamente non posso saperlo, io ho le mie caratteristiche e cerco sempre di metterle a disposizione della squadra, poi è il Mister che,  di volta in volta, decide dove impiegarmi e dove pensa che io possa dare il meglio".

Gol al Milan? "Io sono cresciuto nell’Inter ed ho anche esordito con la maglia neroazzurra quindi, sicuramente, sono ancora molto legato a quei colori, ma il mio presente ora è solo la Fiorentina. Quel gol per me è stato una gioia immensa, era una partita importantissima, contro la prima in classifica e per me è stata una liberazione. Sono soprattutto felice che sia servito per portare a casa i tre punti e fare felici i nostri tifosi".

Su Italiano? “No no, io forse sono abbastanza timido ma questo non vuol dire che non ci piaccia scherzare. All’interno dello spogliatoio scherziamo e ci divertiamo insieme, siamo davvero un bel gruppo, molto affiatato”.

Come vivete nello spogliatoio i meme che circolano su di voi? "In maniera molto divertita, ormai aspettiamo sempre che ne escano di nuovi. Quando si scherza in questo modo, ben venga, non si offende nessuno anzi si fanno le cose in maniera molto divertente, sono davvero simpatici".

Spezia? "No, assolutamente. Siamo tutta gente che sta nel calcio da parecchi anni e sappiamo come funziona. Il Mister ha lavorato tutta la settimana in maniera molto serena e metodica come al solito ed infatti abbiamo fatto una grande prestazione".

Sul razzismo? "Io penso che sia davvero tanta ignoranza. Le persone che ci offendono per il colore della pelle o che fanno ululati, non sanno nemmeno perché lo fanno, l’unico obiettivo è quello di innervosirci, provocarci. Bisognerebbe lavorare a fondo sulla cultura, sulla storia e sul rispetto, sin da quando i bambini sono piccoli, sia a casa che a scuola. Bisogna insegnare ai bambini a ragionare con la propria testa e non imporgli il proprio pensiero".

Esperienza di Cagliari? "Tutte le esperienze insegnano qualcosa, mi sono calato in una realtà non facile perché eravamo in piena lotta per non retrocedere ma ne siamo venuti fuori ed è stata una bella soddisfazione. Abbiamo lottato in ogni  partita con il coltello fra i denti ed anche questo aiuta a crescere".

Su Joao Pedro e la Nazionale? "Io scindo le due cose. Io penso che l’Italia non abbia problemi di sterilità offensiva, sono congiunture del momento, l’Italia ha grandi attaccanti come Immobile, Belotti e ce ne sono altri in rampa di lancio come Scamacca, Raspadori, per non parlare dei tanti centrocampisti offensivi, quindi credo che gli azzurri abbiano davvero tante soluzioni. Poi Joao Pedro è un ottimo calciatore, di grande talento ed affidabilità e può dare il suo contributo, ma questo a prescindere da presunti problemi offensivi dell’Italia che, ripeto, secondo me, non ha".

Su Amrabat? "Anche in questo caso io credo sia più che altro dovuto alle circostanze. Lui a Verona giocava in un modo, è arrivato lo scorso anno a Firenze, ha cambiato vari allenatori e moduli, ci siamo trovati in una situazione complicata, non è facile per nessuno. Quest’anno con il Mister sta facendo un lavoro diverso, sta entrando sempre più nei meccanismi e sono convinto che, viste le sue qualità, crescerà sempre di più e ci darà una grossa mano".

Come procede l'adattamento dei nuovi arrivati? "Sono tutti e tre calciatori di grande valore. Piatek è più avvantaggiato perché conosce già la lingua ed il Campionato italiano ed infatti sta facendo già la differenza. Ikonè e Cabral stanno lavorando sodo, si stanno applicando molto per entrare nelle dinamiche del Mister ed apprendere la lingua, per loro ci vorrà un pochino in più di tempo ma credo siano due calciatori molto forti".

Il ritorno a Sassuolo? "No, non posso proprio dire che sarà una partita come le altre. Io sono stato tanti anni a Sassuolo e ci sono stato davvero bene, abbiamo raggiunto risultati importanti, mi hanno fatto sempre sentire a casa, in famiglia. Li ringrazierò sempre per quello che hanno fatto per me".

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