Twente, alcune informazioni tattiche: la difesa
Qualche osservazione sullo stile di gioco degli olandesi (fase difensiva)
Prima di iniziare: un'aggiunta all'articolo di ieri
La Fiorentina dovrà fare attenzione. Il momento di maggiore fragilità sarà dato dalla fase di pressing.
Mettiamo, come descrive (staticamente) la figura sotto, che la viola pressi orientata verso destra. Il quadrilatero di colore rosso rappresenta la sezione pericolosa dello schema. E se prendessimo in considerazione quanto detto nell'articolo di ieri, capiremmo cosa si intenda:
Esempio: Propper, che, ripetiamo, è la funzionalità con fondamentali compiti di impostazione, può andare a pescare Sadilek, funzionalità che forma una traccia per un passaggio filtrante e supporta la manovra offensiva. Il mediano si muove sempre alle spalle della linea di centrocampo. Sempre alto. Sempre vicino al trequartista. Col quale può scambiare e andare in porta; oppure cercare anche altre soluzioni che coinvolgano le ali:
Il Twente è una squadra "sintetica" e sfrutta la via più diretta verso la rete (quella da porta a porta). E la zona pericolosa dello schema di pressing della Fiorentina si trova proprio all'interno della sezione sfruttata dai calciatori di Jans:
Questo per dire che la viola non debba eccedere nell'aggressività, ma, casomai, temporeggiare e sfruttare mini-contropiedi (nel caso in cui il pallone venisse recuperato in sezioni diverse dalla propria metà campo), o contropiedi veri e propri. Detta breve: trasformare la manovra, del Twente, in possesso palla.
Ma ciò significa sapersi adattare e “leggere la partita”. Caratteristica che, senza badare a quel che dicono alcune personalità, non fa perdere identità.
Il rispetto della Legge della Verticalità e i suoi princìpi dovrebbe essere lo scopo. Cosa che un “tecnico” difficilmente opera, se non nei limiti della sua funzione.
Ecco la parte che era giusto aggiungere.
Twente, la fase difensiva: alcune informazioni tattiche
Come già detto nella fase conclusiva dell'articolo di ieri, la palla, che rappresenta il punto focale (per quanto riguarda il Twente), è anche la fonte di alcune anomalie difensive:
Innanzitutto, i fluidificanti (che restano sempre (o quasi) interni al campo di pressione) si stringono. La retroguardia forma una linea simmetrica e lavora assieme.
Lo sguardo dei difensori è orientato verso la funzionalità avversaria che possiede la sfera da gioco.
Dunque, il pericolo, per gli schemi di Jans, risiede nel pallone.
La difesa fa fuorigioco e rimane simmetrica fin dentro l'area di rigore (dove le individualità si muovono, occupando le possibili soluzioni di passaggio dirette nell'area piccola o di tiro). Perciò l'importanza fondamentale, per la protezione delle “spalle” dei calciatori che compongono la linea, pende totalmente, o quasi, sul rientro dei due mediani.
Questi creano quell'asimmetria “spaziale” che serve ad occultare, se qualche avversario ricevesse un passaggio a rientrare, la visione della porta. Diciamo una sorta di castello, o fortezza attorno al portiere:
Ciò comporta di solito, a meno che la situazione sia irreversibile, che l'attaccante avversario tenti il cross o, proprio, quel fatidico passaggio a rientrare. Passaggio che termina nella zona alle spalle della linea difensiva. Zona di competenza dei due mediani.
Potremmo dire, sulla tipologia di princìpi e movimenti, che effettivamente Jans osservi il calcio italiano: perché stringe la difesa come Prandelli (allenatore a cui, affermazione fatta dallo stesso tecnico del Twente, si ispira) e usa il fuorigioco come Sarri.
Inoltre, cosa altrettanto affermata da lui, ci sono delle similitudini tra i rossi e i viola. Una è rappresentata dalla maniera di intendere la marcatura che ha Italiano.
Esempio:
Il centrale esce in marcatura a uomo. Che succede? Il mediano deve andare ad occupare la sezione vuota, arretrando. Una sorta di change da basket.
Ecco dove si osserva una somiglianza con la Fiorentina. Ma il “vuoto” da occupare, qui, è stato tra “virgolette” risolto dal tecnico gigliato.
Infatti, se il change ("cambio") non venisse fatto coi ritmi esatti, il Twente incapperebbe in non poche anomalie.
Questa, comunque, una soluzione di Italiano:
Il centrale esce in marcatura e i due fluidificanti, assieme all'altro centrale, convergono, formando una difesa a 3. Poi fortificata dai rientri delle mezze ali e del “regista”.
Certo, non elimina il rischio (quello continua a persistere, soprattutto sulle fasce), ma lo rende prevedibile. Il lavoro degli schemi è proprio questo. La tattica ha il solito scopo, ma opera sul momento.
Alcune idee per attaccare la linea difensiva del Twente
Il fatto che loro pressino alti e che facciano densità al centro del campo di pressione, può favorire:
1. Idea anche di Alvini: attrarre i loro uomini centralmente e poi verticalizzare sugli esterni. Si ripete: gli esterni sono quelli che delimitano il campo di pressione. Dunque, questi, saranno molto vicini alla porta.
2. Sempre usando gli esterni: far uscire in marcatura il centrale e in diagonale attaccare la sezione “vuota”. Anche fintando, con un movimento ad “uncino”.
3. Muovere la palla sull'esterno e attaccare, cogli esterni opposti, il lato cieco.
Tutto questo è già dettato dal modo di disporsi dell'attacco viola. Tutto è già predisposto. Basterà utilizzarlo.
Un paio di schemi:
Ipotizziamo che la mezz'ala abbia il possesso del pallone. Ora, la Fiorentina, a livello schematico, in questa situazione mostra non pochi problemi. Problemi di creatività, dati dagli esercizi mnemonici che il tecnico impone.
Dunque, poiché di creativo in questa disciplina non c'è niente (o quasi), potremmo evidenziare due soluzioni (seguendo quanto anticipato dal titolo) evolutive non molto complesse e, perciò, facilmente insegnabili da Italiano ai suoi viola:
La prima è questa: il centravanti arretra sempre e, di conseguenza, lascia la sezione (indicata dal quadrilatero rosso) inoccupata. L'ala può scalare e occuparla, dando una prima soluzione alla mezz'ala (ricordiamo: in possesso del pallone). Allo stesso tempo l'altra mezz'ala, quella dal lato opposto, si inserisce nella sezione prima occupata dall'ala. Alla mezz'ala viene data un'altra soluzione di passaggio.
Tutte queste serie di movenze vengono (se si fosse attenti) sviluppate dando verticalità e, quindi, manovra (non possesso). E, inoltre, non cozzano con le anomalie difensive del Twente:
La seconda, invece, è semplicissima e verte su un unico decisivo movimento:
Mezz'ala sempre in possesso palla. L'ala (in questo caso destra) taglia nello spazio lasciato vuoto dal centravanti arretrato. Se questo movimento venisse fatto con un ritmo rapido, potrebbe essere micidiale.
Dopo di che le finalizzazioni sono molteplici: l'ala tira nello specchio della porta; il centravanti arretrato che uncina e si gira puntando la zona alle spalle della linea di difesa; un cross basso dentro l'area di rigore; un passaggio fuori area per il tiro della mezz'ala (che aveva il possesso della palla) o, genericamente, a qualche centrocampista.
Insomma, molteplici.
Conclusioni:
Ci teniamo a precisare che la pratica è un'altra cosa. Queste sono teorie. Però, tentare di esporle e di dare un'idea al lettore (seppur generale) di alcuni meccanismi, di alcune idee, non pensiamo che sia sbagliata.
Detto questo, stasera ci sarà una partita fondamentale per la stagione e si spera (a parte schemi o contro-schemi) che Italiano e i suoi facciano un'ottima prestazione.