Chiesa, il retroscena della chiacchierata con Barone: l'avrebbe tenuto a Firenze
Rocco Commisso e Joe Barone arrivarono alla Fiorentina e nonostante le richieste di Federico Chiesa, volevano fare di tutto per non lasciarlo partire
Il Corriere dello Sport ha ricordato, nell'edizione odierna, di quanto il presidente Rocco Commisso e Joe Barone approdarono alla Fiorentina nel bel mezzo del “tornado-Chiesa”, all'epoca in procinto di lasciare la Viola. Di seguito il virgolettato riportato nell'articolo.
Fiorentina, l'arrivo di Barone e Commisso
Quella mattina la Fiorentina era stata in gita sull’Hudson. Tutti in barca, ad ammirare New York dal fiume. Luglio 2019, la tournée a casa di Commisso stava finendo ma c’era ancora qualcosa da risolvere, era la questione-Chiesa. Negli ultimi mesi della gestione precedente, quella dei Della Valle, era stato concluso dal diesse dell’epoca, Pantaleo Corvino, un accordo con la Juventus: Chiesa si sarebbe trasferito a Torino con una valutazione di 60 milioni, un pacco di soldi più Demiral e Spinazzola a Firenze. Poi però era arrivato Commisso che si era presentato con un annuncio: «Chiesa non sarà il mio Baggio». Boom. Firenze in festa, Federico a pezzi.
La discussione tra Barone e Chiesa
Così, quella mattina, quando la squadra era scesa dal pullman dopo la gita in barca, Chiesa era rimasto seduto al suo posto. Sul pullman era salito Joe Barone. Parlarono mezz’ora, toni assai poco concilianti. Il nostro giornale titolò così quell’incontro. Prima riga, Chiesa: Viola, cedimi. Seconda riga: Barone: Neanche per mille milioni. Quando finalmente Federico scese dal pullman, aveva le lacrime gli occhi. Voleva la Juve a tutti i costi. Voleva quel contratto con un cifra tripla rispetto a quello che prendeva a Firenze. Voleva vincere. Voleva la gloria. Ne riparlarono ancora, nel Bronx, quando tutta la squadra era a pranzo da Enzo’s, nel mercato italiano di Arthur Avenue. Federico chiese a Barone un colloquio, si avviarono insieme verso un altro ristorante, lo Zero Otto Nove. Joe fu ancora più chiaro: «Tu da Firenze non ti muovi. Fine di ogni discorso, almeno per il momento».