Sisto: "Il fenomeno degli ultras è delicato. Ci saranno presto delle riforme"
ll vice presidente della Giustizia è intervenuto sul caso che sta scuotendo il calcio italiano
Francesco Paulo Sisto, vice presidente della Giustizia, dopo la presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC, ha parlato, ai media presenti, del fenomeno ultras.
Le parole di Sisto sulla manifestazione
Tutte le raccolte sono particolarmente importanti, questa è una materia complessa e articolata, che vede intersecare norme insieme a regolamenti e fonti secondarie, con giurisprudenza che è molto significativa, sia dalla Cassazione, sia della Corte Costituzionale, ma anche della Corte di Giustizia Europea. Un codice significa mettere in unico volume una materia assai complessa, ovvero dare al giurista e anche allo sportivo curioso, un'unica fonte per comprendere un fenomeno molto articolato, che parte dall'Art. 33 V Comma della Costituzione allo sport che non è più soltanto agonismo ed economia, ma è inclusione, crescita di un paese. Per questo abbiamo modificato la Costituzione. La norma dice "riconosce il valore inclusivo dello sport". Siamo difronte a un colosso della democrazia, non più soltanto a un divertimento”.
ll caso ultras
Premesso che a luglio dobbiamo andare in ferie e servirebbe una risposta lunga, sintetizzo. Le regole ci sono, poi c'è anche il buonsenso, un profilo etico, oltre che quello giuridico. Se qualche volta prima del diritto ci fosse l'etica, questo non sarebbe male. Il fenomeno degli ultras è delicato, che affonda le sue radici in manifestazioni che spesso non sono proprio da educandi e quindi alle società va il compito che il pubblico sia educato ed eviti delle tracimazioni che non fanno certo onore né alla squadra, né allo sport. Ripeto però, le regole ci sono, nel codice penale e nel codice civile e anche nei regolamenti sportivi, rispettarle credo che sia un dovere da parte di tutti noi. Ci sono molte riforme al vaglio, non credo ci sia una ricetta specifica. Il tema delle riforme è in mano a chi deva necessariamente realizzarle. Non credo esista una ricetta salvifica, la costruzione di uno sport più etico, soprattutto in certi luoghi, è lungo ed esige un gioco di squadra da parte di tutte le società. Probabilmente questa può essere una soluzione, una sorta di comitato etico che possa consentire all'interno delle proprie tifoserie un processo di rieducazione o di educazione.