Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto oggi su TMW Radio durante "Maracanà". Queste le sue dichiarazioni sulla situazione attuale che sta vivendo il mondo del calcio. Su Coverciano: "Mi piace l'idea di partire con questa piccola testimonianza che ormai è diventata la casa della solidarietà come l'ha definita il sindaco Nardella. Questo è il sentimento sul quale cerchiamo di poggiare il futuro del calcio italiano e mi auguro che accomuni un po' tutti. E' un momento difficile, il calcio ha dovuto dare una testimonianza diretta, le norme che conosciamo tutti le abbiamo adottate per cercare di non essere coinvolti in questo incubo che sta colpendo il nostro Paese. Lo abbiamo fatto attraverso il gioco, con l'ospedale Spallanzani di Roma e mettendo a disposizione il tempio del calcio italiano come Coverciano che adesso sta dando una speranza a tutti coloro che stanno cercando di uscire da questo incubo". Sulla ripartenza del campionato: "Nessuno, ma dico nessuno oggi è in grado di poter fare previsioni fino a quando questa emergenza terrà sotto scacco l'intera comunità. Siamo consapevoli che il mondo intero non ha mai conosciuto una situazione del genere, superata questa emergenza mettendo al primo posto la tutela della salute, bisognerà anche ripartire, tracciare un percorso per farlo. Il calcio si sta interrogando sulle modalità di questa ripartenza, le conclusione alle quali noi arriviamo è finire i campionati. Un'esigenza per evitare un'estate piena di contenziosi legali, ciò non toglie che una Federazione responsabile deve valutare anche altre ipotesi. Io ho coinvolto il nostro comitato scientifico per cominciare e capire esattamente quale può essere una procedura che deve essere attuata dalle società per mettere la tutela degli addeti ai lavoro al primo posto. La data che abbiamo ipotizzato, consentiteci un po' di ottimismo, noi ci auguriamo che almeno sotto il profilo degli allenamenti si possa dare inizio , finito il lockdown, ad una ripartenza verso il 17 di maggio e sforando giugno e luglio concludere il campionato. Dobbiamo lottare strenuamente contro il virus tutti insieme e capisco come possa passare in secondo piano il calcio. Noi stiamo agendo in due direzioni: stiamo lavorando predisponendo calendari in base a quelle che sono le finestre utili per poter definire gli organici. La partenza e l'arriva dipendono dal rispetto delle ordinanze del nostro governo e dall'ipotesi di un'opportunità che ci stanno offrendo la Uefa e la FIFA di poter andare oltre giugno e luglio arrivando persino ad agosto, addirittura settembre. A me dispiacerebbe però compromettere un'altra stagione per salvare questa in essere. Nessuno di noi oggi può fare previsioni. Si può però iniziare a provare a programmare". Sulla possibilità di muoversi insieme con la Uefa: "Non abbiamo una data definitiva per quanto riguarda partenza e arrivo. Ringrazio la Uefa perché i massimi organismi internazionali vivono delle nostre stesse incertezze. La priorità assoluta, come condividiamo tutti, è chiudere i campionati nazionali. Oggi nella call che c'è stata è stata adottata un'altra decisione ovvero spostare le finestre delle gare delle Nazionali, liberando la finestra del primo e del nove di giugno. Noi ci stiamo ponendo una serie di temi, se dovessi trovare la mia finestra è iniziare da fine maggio e non andare oltre luglio in modo da poter programmare ed organizzare nel migliore dei modi anche la stagione 2020/2021". Sull'ipotesi campo neutro per le squadre del nord Italia, tra le più colpite: "Non è una buona soluzione, ma è un'idea alla quale si sta lavorando non solo in Italia individuando 3, 4 o 5 strutture messe in sicurezze per far sì che ci possa essere la disputa delle ultime giornate di campionato. La Uefa indicherà dando delega alle singole federazioni di ipotizzare dei format diversi per ipotizzare non tanto la conclusione di questo campionato quanto per i prossimi. Tutti vogliamo una definizione, una ripartenza che veda il terreno di gioco come protagonista". Su cosa succederebbe se il campionato non fosse concluso: "Annullare è abbastanza complicato. Un campionato che si è giocato per oltre due terzi non è facile da annullare. Avremmo un'emergenza legale in una epidemiologica. Dobbiamo salvaguardare il valore del campo, lo scudetto è un fatto di assegnazione e non di annullamento del campionato, ma mi sembra che Agnelli abbia espresso di non volerlo assegnato in questo modo. La seconda riflessione riguarda le società che noi dobbiamo indicare per le competizioni internazionali ed il problema per retrocessioni e promozioni. Giusto per dare indicazioni, chi oggi ha il diritto a disputare un altro campionato in Serie B sarebbero le prime due perché la terza non è promossa, ma deve conquistarsela tramite un playoff. Io farò di tutto perché il campionato trovi la sua definizione sul campo. Un'altra estate nei tribunali sarebbe un altro brutto colpo per tutto il mondo del calcio e non sarebbe un atto di grande responsabilità".
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