DRAGOWSKI, Differenze e similitudini con i portieri viola del passato


I numeri non mentono. Una sicurezza del genere in porta non la si vedeva da tempo a Firenze. Bartlomiej Dragowski può essere il portiere del futuro viola?
Sembrerebbe di sì, statistiche alla mano. Il numero uno viola, infatti, in questa stagione ha dato modo di dimostrare a tutti di essere più che una sicurezza tra i pali. Nonostante i vari, molti, momenti difficili passati dalla Fiorentina in questo inizio di stagione, Bartlomiej Dragowski ha cercato in tutti i modi di chiudere la saracinesca viola. Un lavoro, questo, che è stato eseguito il più delle volte in maniera egregia, a conferma del talento grezzo e cristallino che il polacco abbia a disposizione tra le sue mani: nel vero senso della frase. Quest’anno il barbone più bello di tutta la Toscana ha difeso i legni sia al Franchi che altrove per 14 volte. Titolare fisso in tutte le partite di Serie A TIM, Bartlomiej ha subìto 21 gol in tutto. Un numero né considerevole ma nemmeno tale da restare tranquilli. Considerate le difficoltà iniziale riscontrate dalla linea difensiva viola, questo è più che oro colato. Anzi, se non fosse stato per taluni interventi del polacco, a quest’ora, forse, staremmo continuando a tessere le trame della disfatta viola. E, invece, grazie all’arrivo di Cesare Prandelli, grazie all’ultima roboante vittoria in casa della Juventus ed alle decisive parate di quest’ultimo, oggi possiamo passare un Natale un po’ più tranquillo di quello che s’era inizialmente prospettato. Una tradizione, questa del portiere, che in quel di Firenze pare viaggi a vele spiegate da un bel po’ di tempo a questa parte. Nelle scorse stagioni, infatti, tra i pali viola si sono alternati delle belle paia di guantoni. A cominciare dal francese (di origini burkiniane) Alban Lafont. L’attuale portiere del Nantes alla Fiorentina ci ha trascorso una sola stagione. Le sue 34 presenze e quei 40 soli gol subìti avevano convinto tutti che s’era trovato il portiere perfetto per Firenze, finalmente. Tuttavia, qualche disattenzione di troppo ed altre noie fisiche, le strade con il francese s’erano inesorabilmente separate. E se così non fosse stato, forse oggi non avremmo riscoperto le doti del polacco di cui sopra. Avevano fatto bene a Firenze anche gente del calibro di Marco Sportiello (37 presenze e 38 gol subìti nel 2018), Ciprian Tatarusanu (37 presenze e 39 gol subìti nel 2016), Neto (35 presenze e 38 gol subìti nel 2014) ed Emiliano Viviano (32 presenze e 34 gol subìti nel 2013). Numeri positivi che confermano quanto lavoro certosino sia stato effettuato per proteggere a dovere i pali viola in quel di Firenze. Un discorso a parte, ovviamente, va fatto su Sebastian Frey. Il portierone francese alla Fiorentina ha collezionato 218 presenze con 222 gol subìti: una media di poco più di un gol subìto a partita. Ed ha visto la sua migliore annata nella stagione 2006/2007: 38 presenze e 31 gol subìti. Numeri straordinari. Ed a conferma di ciò ci aveva raccontato in esclusiva alla nostra redazione F1 Vlada Avramov a suo tempo: “Quando a suo tempo arrivai a Firenze e vidi lui, non sapevo fosse così forte, sinceramente. Seba parava tutto. Era impossibile soffiargli il posto”. E si spera che il terzo di Dragowski (Federico Brancolini) un giorno possa raccontarci il “barbone” con le stesse e identiche parole.
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