Riccardo Cucchi per ben 23 anni è stata la voce in radiocronaca di “Tutto il calcio minuto per minuto” e con la sua voce indimenticabile ci ha fatto vivere emozioni che solo un campo di calcio sa regalare. Quest’oggi abbiamo avuto il privilegio di poterci scambiare quattro chiacchiere per farci dare un punto di vista esterno su una situazione, quella di casa Fiorentina, diventata ormai critica visti gli appena 9 punti in classifica dopo 11 giornate e le contestazioni dei tifosi che si sono fatte sempre più frequenti. Ecco le sue parole rilasciate in esclusiva a FiorentinaUno: La Fiorentina è reduce dalla sconfitta per 3-0 contro l’Atalanta, ennesimo risultato negativo di questo avvio di stagione. In tutto ciò  ovviamente la classifica inizia a preoccupare, visto che la zona retrocessione dista soli 3 punti. Cosa pensa del momento difficile che stanno attraversando i viola? “Sinceramente devo ammettere di essere sorpreso. Prima dell’inizio del campionato avevo infatti azzardato addirittura la Fiorentina come possibile sorpresa della stagione. Mi era sembrato che la campagna acquisti avesse portato i viola ad avere una rosa molto interessante e di qualità. Ecco perché sono molto sorpreso dalla situazione di classifica. Temo inoltre che a questo punto il lavoro sia molto complicato, anche per Prandelli che è un allenatore che stimo particolarmente. C’è bisogno di una sterzata soprattutto perché sembra proprio che la squadra non creda più in se stessa, che sia sfiduciata ed in particolare che non abbia identità. Quando poi club come la Fiorentina, non abituata a lottare per la salvezza, si ritrovano in situazioni come queste è ancor più difficile uscirne. La situazione è grave, anche se ripeto che l’organico è per me di grande qualità”. Crede che in situazioni come queste il ritiro punitivo possa servire a qualcosa? “Non ho mai creduto hai ritiri puntivi, non so quanto possano aiutare. Alle volte si usano più per dare un segnale, per far capire alla squadra che si deve cambiare rotta. Non so però quanto siano realmente utili nel concreto, i giocatori sono comunque dei professionisti non bambini che hanno bisogno di essere rimproverati e punti. Nel calcio non mi hanno mai convinto queste soluzioni e non hanno mai risolto nulla. Quello che è davvero importante è capire il perché di questo andamento negativo e trovare delle soluzioni. Secondo me la via da intraprendere è quella della fiducia alla squadra e non vorrei che il ritiro punitivo finisse per avere l’effetto opposto” Ritiene che ci siano colpe della proprietà e della dirigenza a monte di tutta questa situazione? “Parlare di colpe della dirigenza lo ritengo eccessivo. A me sembra che i viola abbiano operato in buonafede, e sono convinto che il mercato abbia portato un’organico in grado di competere anche per una posizione in Europa League. Non riesco a comprendere però cosa sia avvenuto, sappiamo benissimo che alle volte nel calcio non basta avere i giocatori giusti, ma ci vuole anche identità e fiducia nei propri mezzi. Sul piano delle scelte tecniche non credo poi che Commisso sia stato direttamente coinvolto, e non lo  reputo dunque responsabile. Chi ha preso le decisioni però non credo abbia sbagliato nell’allestire la rosa. Detto ciò, alla resa dei conti sul campo la squadra non è riuscita a rendere per quanto ci si aspettava. Con Prandelli qualche cambiamento mi sembra si sia anche visto, ma rimane una squadra molto fragile dal punto di vista psicologico, oltre che sul piano tattico. Ripeto per me sarà un lavoro molto complicato quello del tecnico viola, mi auguro che ci riesca anche se ci vorrà molta energia, e un temperamento solido che trasmetta ai giocatori un segnale di forza e che consenta alla squadra di ritrovare fiducia”. Quale pensa sia il problema principale di questa squadra? “Quando i risultati non arrivano se non si ha fiducia nei propri mezzi la situazione si aggrava. Prandelli ha sicuramente gli strumenti tecnici per poter dare un’impronta tattica adeguata ai viola, ma i giocatori devono metterci l’impegno. Io ho l’impressione che la squadra entri in campo impaurita e sfiduciata, ma soprattutto che si demoralizzi al primo gol subito senza avere poi il carattere e la qualità sufficiente per ribaltare la situazione. Mi sembra una squadra allo sbando, senza una bussola caratteriale. Non so quanto questo dipenda da un fattore tattico. La verità è che leggendo l’organico dei viola era inimmaginabile pensare all’inizio della stagione che la Fiorentina si sarebbe ritrovata a lottare per non retrocedere. Basti pensare che ci sono giocatori in rosa come Castrovilli, una delle rivelazioni dello scorso anno. Francamente non riesco a spiegarmi cosa sia successo alla squadra”. I viola questa sera sono attesi da una partita ostica contro il Sassuolo di De Zerbi, pensa possa l’avversario giusto per tornare ai 3 punti che mancano orami dalla 5^ giornata di campionato? “Il Sassuolo, così come lo è stata l’Atalanta, è un avversario tosto. Credo che i neroverdi stiano esprimendo un calcio innovativo e che sia una squadra di qualità, con giocatori importanti che hanno già vestito la maglia della Nazionale. In più c’è De Zerbi, che è uno che sa far giocare bene le proprie squadre. Sicuramente è una brutta bestia per la Fiorentina. È chiaro però che se poi entri in campo con la paura e la convinzione di non riuscire a farcela diventa ancora più dura. Certamente come avversario in questo momento il Sassuolo non ci voleva, non mi sembra il più adatto per far ripartire la Fiorentina. Il calcio ci ha però anche abituato a risultati sorprendenti, magari domani i viola potrebbero ribaltare i pronostici. Risulterà molto importante il lavoro durante la settimana di Prandelli. Quello che il tecnico dovrà fare, anche se sono sicuro lo sappia meglio di me, è dare fiducia a questi ragazzi che non devono sentirsi addosso troppa pressione e paura, anche perché ripeto questa squadra non è una sulla carta da retrocessione nonostante la classifica reciti questo”.
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